“Ho deciso di collaborare dopo l’omicidio di mio fratello Crescenzo perché capii che il clan dei Casalesi faceva schifo”. Così il collaboratore di giustizia Salvatore Laiso durante un’udienza del processo cosiddetto “Il principe e la scheda ballerina” in corso al tribunale di Santa Maria Capua Vetere che vede imputato l’ex sottosegretario del Pdl Nicola Cosentino per reimpiego di capitali illeciti con l’aggravante mafiosa in relazione alla costruzione di un centro commerciale (mai edificato).
Laiso ha spiegato di aver “commesso sette omicidi e nonostante ciò il clan ha ammazzato mio fratello”. Il pentito, nella scorsa udienza, aveva parlato dell’interesse del clan dei Casalesi per la realizzazione del centro commerciale; a tal proposito l’avvocato di Cosentino, Agostino De Caro, in sede di controesame, ha poi chiesto al pentito perché “non avesse mai parlato nei primi sei mesi di collaborazione del centro commerciale salvo riferirne solo qualche mese dopo l’ingresso nel programma di protezione?”. “Semplicemente perché non lo ricordavo” ha risposto Laiso. Si tornerà in aula il 18 marzo prossimo.