Il personale del Centro Operativo DIA di Napoli, sta eseguendo due provvedimenti di sequestro beni e consistenze economiche, emessi ai sensi della normativa antimafia dal Collegio per le Misure di Prevenzione del Tribunale di S. Maria Capua Vetere (Presidente dott.ssa Corinna Forte, Giudici dott.ssa Paola Lombardi e dott.ssa Roberta Attena) nelle province di Caserta, Latina e MilanoLe misure coercitive reali sono state disposte dal collegio sammaritano a seguito di proposte avanzate dalla D.I.A., dopo articolate indagini di natura economico-patrimoniale.

I provvedimenti ablatori si inquadrano nella strategia di aggressione dei patrimoni illecitamente accumulati da soggetti appartenenti a sodalizi camorristici, nello specifico il clan dei casalesi.

Con il primo provvedimento, è stato disposto il sequestro dei beni di Luigi Corvino, nato a Casal di Principe (CE) il 30.10.1966, attualmente sottoposto alla misura cautelare personale degli arresti domiciliari.

Il 6 dicembre 2011, Corvino, unitamente ad altre 56 persone, vennero tratte in arresto da personale di questo Centro Operativo e dai Carabinieri di Caserta, nell’ambito dell’operazione “il Principe e la (scheda) ballerina”, perché destinatari di un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dall’Ufficio GIP presso il Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli. Le condotte contestate agli arrestati variavano dall’associazione per delinquere di tipo camorristico, alle estorsioni, turbativa delle operazioni di voto mediante corruzione e/o concussioni elettorali, truffa ai danni dello Stato, abuso d’ufficio, falso in atto pubblico, riciclaggio e reimpiego di capitali di illecita provenienza, ed altro, reati tutti aggravati dalla finalità di aver agevolato il clan dei Casalesi, fazione Bidognetti.

Corvino concorreva all’associazione camorristica del “clan dei Casalesi” fazione Bidognetti, quale politico locale, Consigliere Comunale di Casal di Principe (CE).[

Allo scopo, forniva al sodalizio criminale di riferimento uno stabile contributo, assecondandone le richieste di assunzione, sostenendone gli interessi economici anche nel settore degli appalti, delle forniture, dell’edilizia, procacciando voti per se stesso e per altri esponenti politici graditi all’organizzazione. Con ciò, il citato ente mafioso, non solo otteneva il controllo delle istituzioni locali, ma rafforzava il vincolo dell’assoggettamento nei confronti delle popolazioni di Casal di Principe e dei paesi limitrofi, ulteriormente soggiogate dal maggiore credito, prestigio ed autorevolezza derivanti dalla dimostrazione del predominio, non solo criminale, ma anche politico (attraverso l’elezione di uomini legati al sodalizio) dell’organizzazione sui territori sottoposti alla propria influenza. Circostanze queste che consentivano un ulteriore e completo controllo di appalti, assunzioni, contratti pubblici ed altre utilità pubbliche.

Nella circostanza, Corvino, referente politico del clan “dei casalesi”, in cambio del voto, a proprio o altrui vantaggio, prometteva a taluni elettori utilità di varia natura, e, più specificatamente, l’assunzione presso l’erigendo centro commerciale “Il Principe”, in occasione delle consultazioni elettorali per il rinnovo del Consiglio Comunale di Casal di Principe del 27 e 28 maggio 2007 e del successivo ballottaggio

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