E’ stata una telefonata anonima arrivata il 2 agosto del 2009 alla sala operativa dell’Arma a Santa Maria Capua Vetere (Caserta), a dare il via alle indagini che questa mattina ha portato in carcere 17 appartenenti al gruppo operante tra Grazzanise e Santa Maria la Fossa e capeggiato da Alfonso Cacciapuoti, già detenuto, riconducibile ai clan Zagaria e Schiavone.
E’ una voce femminile mai identificata ad aprire uno squarcio inquietante: “Il mio compagno – dice la donna – è stato incaricato dalla consorteria di Casale di piazzare una bomba sotto la caserma di Grazzanise e Santa Maria Capua Vetere”. L’avvertimento viene preso molto sul serio, visto che appena pochi giorni prima proprio i carabinieri di Grazzanise e Santa Maria Capua Vetere avevano decapitato con l’operazione “Cento Passi” il gruppo Cacciapuoti fermando inoltre nella città del Foro 22 componenti del clan Amato vicino ai Belforte di Marcianise. Colpi durissimi che le cosche volevano prontamente vendicare. Sotto controllo viene così messo il telefono di Romolo Del Villano, uomo di Cacciapuoti. Emergono così le decine di estorsioni realizzate a tappeto a tutti i commercianti della zona; Del Villano viene arrestato il 13 agosto 2012 per un’estorsione ad un imprenditore agricolo, nel frattempo i carabinieri sequestrano anche l’arsenale in dotazione al gruppo, tra cui 4 bombe carta molto potenti pronte ad essere piazzate fuori alle caserme dell’Arma. Ventisette gli episodi estorsivi consumati, in dieci casi gli imprenditori hanno collaborato solo dopo essere stati convocati in caserma e messi di fronte alle telefonate ricattatorie ricevute dagli emissari del clan. Sotto sequestro questa mattina anche una sala scommesse ubicata a Vitulazio e intestata alla 57enne Carmina Maria Scialdone, arrestata questa mattina, ritenuta prestanome di Caciapuoti. La Scialdone, è emerso dalle indagini, proprio in virtù di questa sua appartenenza al gruppo camorristico, ritirava alimenti nei supermercati del suo paese senza pagare. (ANSA).