Uno dei possibili ”uomini ponte” dei Casalesi a Roma, vicino a Michele Zagaria e ricercato da cinque anni: su di lui pendeva un mandato di cattura internazionale. E’ stato tradito dal suo nervosismo e rintracciato a Roma, dagli agenti delle volanti della questura durante una serie di controlli, Emilio Esposito.
E non si esclude che proprio nella Capitale, il latitante fosse coinvolto in un giro di riciclaggio del denaro sporco proveniente dagli affari malavitosi in Campania. Esposito, 37 anni, a capo dell’omonimo gruppo criminale operante tra Sessa Aurunca ed il basso Lazio, era stato colpito da quattro ordini di custodia cautelare emessi tra il 2006 ed il 2007 per associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsione e reati in materia di armi, su richiesta della Dda di Napoli. E’ il nipote di Giovanni Esposito, il capo clan latitante da tempo e condannato all’ergastolo. Emilio Esposito appartiene al clan dei ”Muzzoni”, egemone a Sessa Aurunca, nel Casertano, affiliato alla cosca dei Casalesi. Un arresto eccellente, avvenuto nell’ambito di una serie di controlli degli agenti a Roma. Esposito e’ stato rintracciato in zona San Basilio, nei pressi della stazione della metropolitana di Rebibbia. L’uomo ”invisibile” dei Muzzone, di fronte agli agenti non ha saputo mantenere il sangue freddo. Era sul marciapiedi davanti a una pizzeria e al momento del controllo era sprovvisto di documenti. Era nervoso e questo elemento ha insospettito i poliziotti, che lo hanno portato in ufficio. Una volta identificato e’ stato messo sotto torchio per ore dagli investigatori della Mobile. L’ipotesi che fosse all’interno di un giro di riciclaggio di denaro nella Capitale, attraverso alcune attivita’ al momento non e’ esclusa. Per Esposito, pendeva gia’ un provvedimento di rintraccio esteso anche in ambito internazionale a seguito delle intense ricerche disposte dalla Dda di Napoli. La sua figura di latitante si affiancava a quella di altri importanti esponenti del clan dei casalesi, tra cui Michele Zagaria, ritenuto dagli inquirenti molto vicino al gruppo capeggiato da Emilio Esposito. Il questore della Capitale, Francesco Tagliente, ha espresso tutto l’apprezzamento per l’arresto e in generale per l’attivita’ degli agenti delle volanti, impegnati questa mattina con 73 equipaggi sul territorio. Il plauso e’ arrivato anche da Provincia di Roma e Regione Lazio. Per Nicola Zingaretti ”la presenza di un elemento di spicco della camorra a Roma rappresenta altresi’ un elemento di riflessione sulla necessita’ di non abbassare mai la guardia nella lotta alla criminalita’ organizzata e di uno sforzo condiviso per contrastare e reprimere ogni forma di illegalita”’. La governatrice della Regione Lazio, Renata Polverini ha aggiunto che ”l’importante colpo inferto oggi alla criminalita’ organizzata” e’ un segnale fondamentale che dimostra ”la continua attenzione delle forze dell’ordine verso il nostro territorio”. Le manette ai polsi della camorra su Roma e provincia erano scattate gia’ nello scorso maggio, durante un’operazione della Guardia di Finanza, che porto’ al sequestro di beni per un valore complessivo stimato di 600 milioni di euro, tra cui 300 appartamenti nella Capitale, sottratti ad affiliati e prestanome dei clan camorristici dei Casalesi e Mallardo. Sette le persone arrestate allora tra cui anche Feliciano Mallardo, detto ‘o sfregiato, ritenuto capo dell’omonimo clan camorrista di Giugliano in Campania. Dalle indagini era emerso che i due gruppi criminali avevano investito enormi somme di denaro a Roma dove ormai i Mallardo hanno dirottato gran parte dei loro interessi.