Le indagini patrimoniali avviate a carico di Paolo Schiavone, nipote di Sandokan, subito dopo l’arresto hanno permesso di verificare come il rampollo della famiglia malavitosa, tra il 2002 e il 2009, abbia avuto in totale entrate per 37.592 euro

a fronte di uscite di gran lunga superiori, pari a 163.487 euro, sproporzione che giustifica il sequestro dei beni. Stesso discorso anche per l’appartamento di via Ruggiero intestato alla moglie Federica Albero. Scarsa la redditività della ragazza nel 2009, quando era appena diciottenne, per questo gli accertamenti sono stati estesi anche alla sua famiglia; ma nel dicembre del 2009, i genitori della ragazza, così come i nonni, hanno accertato gli investigatori della Polizia di Stato, non avevano una capacità reddituale tale da permettersi l’ acquisto di un’abitazione in zona centralissima a pochi passi dal Parco della Reggia di Caserta, pagata perdipù con tre assegni circolari da 130mila euro e una somma in contanti di 10mila euro.

A destare sospetti soprattutto le decine di migliaia di euro transitate reciprocamente, a cavallo della compravendita dell’appartamento, tra un conto bancario intestato alla ventunenne e un secondo intestato alla nonna paterna, di 74 anni, entrambi aperti presso un filiale della Credem di Ottaviano (Napoli); somme di cui non è stata accertata la provenienza “ma, sicuramente – scrivono i giudici del collegio di prevenzione – non ascrivibile ai loro redditi” anche perché l’anziana, è emerso, vive con una pensione da commerciante di 418 euro. “L’ operazione di illecito finanziamento è stata occultata facendola apparire come finanziamento proveniente dalla nonna paterna della formale acquirente la quale spendeva, tra l’ altro, il nome di un (solo apparentemente) solido commerciante casertano (il padre Albero Massimo)” concludono i giudici.

 

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