Nella lotta alla corruzione “le agenzie educative e la Chiesa possono svolgere un ruolo fondamentale soprattutto nel far comprendere i danni che l’illegalità produce”: lo ha detto il presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione, Raffaele Cantone, intervenendo in video al convegno nazionale del Meic (Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale) in corso a Caserta sul tema “Dal Sud al Nord. Un’Europa aperta al Mediterraneo”. Cantone ha sottolineato “l’importanza del momento educativo” nella lotta alla corruzione intesa come “deviazione dalle regole, un modo di intendere l’esercizio del potere come finalizzato all’arricchimento personale”. Per il presidente Anac, “chi può cambiare le cose sono le scuole, le famiglie, le agenzie educative e anche la Chiesa”. In questo senso, ha continuato Cantone, “da cittadino e da credente mi sento di dire che stiamo vivendo un cambiamento epocale: abbiamo un papa che denuncia continuamente la corruzione, anche con parole durissime, come quando ha affermato che è peggio del peccato e che colpisce soprattutto i poveri, perché è uno strumento di sottosviluppo. Un magistero così chiaro ci può dare una mano nel far capire ai cittadini che la corruzione non è un problema qualsiasi ma uno dei motivi per cui l’Italia è scarsamente competitiva”. Nel suo intervento Cantone ha messo l’accento proprio sul tema della legalità come motore di sviluppo del Paese: “E’ così, anche se in giro c’è ancora ci pensa che sia un ostacolo e che avremmo bisogno di meno regole. Invece è proprio il rispetto delle regole a garantire più concorrenza, più partecipazione, maggiore certezza dei tempi e dei pagamenti”. D’altra parte, ha detto ancora il presidente Anac, “nei panel degli investitori internazionali viene fuori chiaramente che la presenza di un tasso elevato di corruzione nel nostro Paese è un limite agli investimenti. Purtroppo in Italia la corruzione è sistemica e patologica, penso in particolare agli appalti e alla sanità. E poi oggi c’è una corruzione ‘gelatinosa’, quella gestita dai comitati d’affari, dai faccendieri, dove diventa sempre più difficile persino distinguere corrotti e corruttori”.