In tuta bianca, guanti e mascherine, i dipendenti della Provincia di Caserta, come annunciato ieri, hanno ripulito questa mattina gli uffici e i corridoi del Palazzo sede dell’Ente ubicato nell’area ex Saint Gobain, liberando gli spazi dai cumuli di rifiuti creatisi negli ultimi due mesi, ovvero da quando è stato scaduto l’appalto del servizio di pulizie, che era stato affidato al gruppo Samir, per i problemi finanziari della Provincia. Lo stop all’attività e il mancato rinnovo del contratto ha provocato anche il licenziamento dei 48 dipendenti dell’azienda che si occupavano delle pulizie nelle due sedi della Provincia – oltre a quella nella zona ex Saint Gobain c’era anche la sede storica a corso Trieste che è stata chiusa oltre due mesi fa – e negli altri uffici dipendenti dall’Ente, come l’Ufficio Provinciale per l’Impiego e il Museo Campano di Capua. L’azione dimostrativa ha prodotto la raccolta di decine di chili di rifiuti, che sono stati portati all’esterno del Palazzo dell’Ente dove sono stati prelevati da un camion dell’azienda che effettua la raccolta dei rifiuti in città. Oggi intanto si dovrebbe discutere alla Commissione Bilancio del Camera l’emendamento ad hoc per Caserta che dovrebbe entrare nella legge di conversione del decreto “salva province”; una norma che dovrebbe esentare l’Ente, in dissesto dal 2015, dal prelievo forzoso operato dal Governo a carico di tutte le province italiane, dando così la possibilità al Consiglio provinciale di licenziare il primo bilancio da tre anni a questa parte, per poi poter procedere a spendere le somme per l’attività di manutenzione di scuole superiori e strade, che è ferma da tempo. Qualche giorno fa il Governo ha reperito 4 milioni di euro per pagare i due stipendi arretrati ai circa 430 dipendenti della Provincia (270 in servizio all’Ente, il resto presso l’Ufficio Provinciale per l’Impiego e il Museo Campano).