La Procura di Santa Maria Capua Vetere questa mattina ha posto sotto sequestro il cantiere per l’ampliamento della clinica Pineta Grande di Castel Volturno. All’alba 20 carabinieri hanno eseguito un sopralluogo e disposto i sigilli dell’area che è ancora in fase di costruzione. Sul posto si è recato anche il titolare della clinica, Vincenzo Schiavone, noto per aver denunciato il clan dei Casalesi negli anni scorsi. Da anni Schiavone vive sotto scorta. Secondo le indagini il rilascio della concessione per l’ampliamento della struttura da parte dell’ufficio tecnico comunale di Castel Volturno non sarebbe regolare in relazione al rilascio dell’autorizzazione edilizia e urbanistica. Il Consiglio Comunale di Castel Volturno aveva autorizzato l’ampliamento volumentrico della struttura e quindi il passaggio da 150 posti letto a 574 posti, sebbene mancasse la verifica di compatibilità con il fabbisogno sanitario regionale e con le esigenze di localizzazione territoriale. Dopo l’accordo di programma 2003, la clinica è stata autorizzata a un primo ampliamento, solo in parte attuato negli anni 2006 e 2008. Si sarebbe messo a disposizione degli interessi della clinica Pineta Grande di Castel Volturno, arrivando a fornire ai responsabili della struttura, “in maniera indebita e clandestina”, atti che riguardavano le iniziative prese da un’altra casa di cura “concorrente”. È l’accusa contestata all’ex sindaco di Castel Volturno, Dimitri Russo, indagato nell’inchiesta della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere che questa mattina ha portato al sequestro, da parte dei carabinieri del Nucleo Investigativo di Caserta, del cantiere di ampliamento della clinica Pineta Grande. Inoltre sarebbero frutto di “dinamiche collusive” – tra lo staff tecnico della clinica «Pineta Grande» e un funzionario della Soprintendenza – le illegittimità relative agli aspetti paesaggistici emerse dall’indagine della Procura di Santa Maria Capua Vetere. Secondo quanto emerso dall’attività investigativa infatti le relazioni paesaggistiche sarebbero “risultate incomplete e inidonee”. Così Vincenzo Schiavone, a capo della clinica Pineta Grande di Castel Volturno ha commentato l’accaduto. “Sono sereno e fiducioso nell’opera della magistratura con la quale ho sempre collaborato in passato e continuerò a farlo nel presente. Forniremo tutti i chiarimenti necessari per dimostrare l’infondatezza dell’ipotesi accusatoria. Resta il profondo rammarico per il blocco di un’opera di pubblica utilità, un Presidio Ospedaliero quale il Pineta Grande Hospital, da sempre al servizio dei cittadini della Campania, di quelli provenienti da fuori regione e di migliaia di extracomunitari. Il sequestro danneggia finanziariamente noi, le maestranze, i 1200 dipendenti del gruppo di cui fa parte la struttura, ma rischia di penalizzare ancora di più un territorio privo di servizi, anche quelli essenziali”.