“Ho accompagnato Nicola Cosentino alla appuntamento alla banca Unicredit di Roma, in via Bari, solo per questioni politiche, in quanto Mario Santocchio voleva che Cosentino conoscesse il cognato Zara, direttore della banca”. Ha risposto a tutte le domande, come testimone assistito, il deputato del Pdl Luigi Cesaro, legato da una lunga amicizia all’ex sottosegretario all’Economia. Cesaro e’ stato interrogato dal pm Antonello Ardituro nell’ambito del processo scaturito dall’inchiesta “Il Principe e la (scheda) ballerina” al tribunale di Santa Maria Capua Vetere, nel quale Cosentino e’ imputato per corruzione e reimpiego di capitali illeciti.
Udienza che ha visto anche due scontri verbali tra il pm e l’avvocato Paolo Trofino, difensore di Cesaro, soprattutto sul fax pervenuto all’Unicredit per il fido da concedere per la costruzione, poi mai avvenuta, del centro commerciale il Principe a Villa Briano in cui compare il nome dell’uomo politico. “Si tratta di un errore – spiega Trofino – c’e’ scritto Cesario e non Cesaro”. “Non compete dire a lei queste cose – replica Ardituro – lei ha espresso un giudizio che non le compete”. Tocca al presidente Orazio Rossi (collegio A della prima sezione penale del tribunale) mettere fine al battibecco. “Ma lei non si e’ posto il problema del perche’ ci si incontrava nell’ufficio di un funzionario di banca per parlare di politica? E per quale motivo politico Santocchio avrebbe dovuto far conoscere Zara, il direttore di banca, a Cosentino?”, incalza il pm. Cesaro, dopo un momento di silenzio: “No, non mi sono posto il problema, ero con Cosentino, dopo siamo scesi e siamo entrati in aula in Parlamento perche’ iniziavano i lavori pomeridiani”. Per l’accusa, l’incontro alla Unicredit tra la ingegnere Nicola Di Caterino, Cristofaro Zara, Cosentino e Cesaro e Mario Santocchio era propedeutica allo sblocco di un finanziamento di cinque milioni di euro a favore della societa’ che avrebbe dovuto costruire il centro.
L’incontro, infatti, ci sarebbe stato nei primi giorni di febbraio 2007 mentre lo sblocco dei finanziamenti della banca avviene il 20 febbraio. Lo sponsor politico del business sarebbe stato proprio Cosentino. Il ‘Principe’, dicono le indagini, era il cuore dell’intreccio politica-imprenditoria-finanza, in quanto avrebbe dovuto favorire imprese vicine al clan dei Casalesi ed essere bacino di posti di lavoro per l’ex sindaco Cipriano Cristiano. Il pm Ardituro ha chiesto anche conto di un fax arrivato all’Unicredit da Nicola Di Caterino in cui vengono citate alcune aziende in cui Di Caterino era in trattativa per la cessione delle quote dell’impresa che avrebbe poi edificato Il Principe. Tra queste una dei Cesaro. “Ho chiesto ai miei fratelli, dopo le notizie uscite sul giornale – dice Cesaro – ma loro non hanno mai conosciuto questa azienda”.