AVERSA – 17 rinvii a giudizio, 2 assoluzioni per non aver commesso il fatto. Il tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha scritto la parola fine al primo capitolo del processo per il crack della Banca di Credito Cooperativo di Aversa.

Secondo il gip la dirigenza in carica della Bcc normanna aveva dissipato circa undici milioni di euro in un arco tempora e di due anni attraverso manovre avventate che eludevano la normativa vigente anche in materia di antiriciclaggio.

Un’operazione che fece scalpore, perché nel marzo del 2011, portò anche all’esecuzione di alcune misure cautelari verso la dirigenza dell’istituto di credito. I due assolti sono Domenico d’Agostino e Cosimo Iuliano per i quali i legali avevano chiesto il rito abbreviato. Tutti gli altri, invece, sono stati rinviati a giudizio. Non mancano nomi eccellenti per la città normanna.

Spiccano, infatti, quello dell’onorevole Paolo Santulli, attuale consigliere comunale ad Aversa e di Raffaele Pizzi (detto Massimo), fresco di nomina nella giunta Sagliocco. Santulli, in particolare, nel marzo all’indomani degli arresti convocò anche una conferenza stampa per spiegare, che sulla Bcc di Aversa erano state compiute manovre oscure per agevolare la Banca dello Sviluppo.

Rinviato a giudizio tutto l’ex vertice della banca. Il presidente Enrico Giuliano, il suo vice Cesario Bortone, il direttore Vincenzo Arbore e Domenico D’Agostino componente del collegio sindacale

Dovranno esser sottoposti a giudizio anche Vincenzo Amabile, Claudio Bortone,Massimo Cagiano, Ferdinando Ciccarelli, Antonio De Simone, Laura De Vivo, Salvatore Della Puca,  Alberto Graziano, Cesario Guarino, Marco Musto, Francesco Palmiero, Livio Verde. L’udienza è fissata per il 13 novembre davanti alla seconda sezione penale collegio A del tribunale di Santa Maria Capua Vetere.

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