CASERTA – Ha ammesso di aver ricevuto somme per oltre 12mila euro ma a titolo di elargizioni volontarie, rigettando l’accusa di aver estorto il danaro all’imprenditore nautico Rosario Colella.
Si è difeso respingendo ogni addebito il sindacalista della Fiom Angelo Spena, sentito questa mattina dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere Giuseppe Meccariello che venerdì scorso ne ha ordinato l’arresto (è ai domiciliari, ndr), eseguito dagli agenti del commissariato di Bagnoli. Spena, assistito dall’avvocato Giuseppe Stellato, ha spiegato di aver aiutato Colella a superare gli ostacoli amministrativi relativi alla procedura di messa in cassa integrazione delle sue aziende, la Manò Marine e la Nisida Marina, problemi in cui l’imprenditore sarebbe incappato per colpa di un sindacalista di un’altra sigla che aveva seguito prima di Spena la situazione delle due aziende. L’ex segretario provinciale della Fiom Caserta ha ricordato di esser riuscito a far ammettere una delle società di Colella alla cassa integrazione straordinaria, andando anche oltre le proprie competenze da sindacalista, e che di fronte ai primi regali che l’imprenditore voleva fargli dimostrò una certa ritrosia, salvo poi vincerla.
“E’ stato questo il mio errore” ha affermato Spena che ha poi ammesso di aver preso dall’imprenditore napoletano un assegno di 6mila euro e due somme in contanti di 3mila e 3400 euro, negando decisamente di aver avuto in regalo da Colella l’orologio lasciatogli dal figlio morto in giovane età. Spena ha solo confermato di avere una passione per gli orologi, e di averne parlato con Colella. “Prima di decidere la strategia da seguire – ha spiegato l’avvocato Stellato – voglio capire alcune cose relative alle indagini: perché per esempio Colella ha parlato più volte con gli inquirenti, per esempio nel maggio scorso, senza mai presentare denuncia formale”.