Nel pomeriggio di ieri, la Squadra Mobile di Caserta, diretta dalla Vice Questore  Alessandro Tocco, ad epilogo di una incalzante indagine condotta dalla Sezione di Casal di Principe nelle settimane immediatamente precedenti le recenti festività pasquali, ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dall’Ufficio G.I.P. presso il Tribunale di Napoli su richiesta della Procura Antimafia, in relazione ai reati di estorsione, porto e detenzione illegali di armi comuni da sparo, aggravati dal metodo mafioso, nei confronti dei soggetti di seguito elencati, affiliati al clan dei casalesi-gruppo Schiavone, ed in particolare alla fazione attiva nel comprensorio di Cesa (CE) e zone limitrofe: Amedeo Caterino, Michele Cristofaro, Nicola Cristofaro, Antonio Cristofaro.

I quattro erano stati arrestati dalla Squadra Mobile di Caserta lo scorso aprile, in esecuzione di un decreto di fermo emesso dalla D.D.A. partenopea a seguito di una repentina indagine della Polizia di Stato che aveva accertato le condotte estorsive poste in essere dal gruppo in danno di un commerciante di Cesa (CE), cui era stato intimato il pagamento di una tangente di 10 mila euro, in coincidenza della canonica scadenza pasquale. Secondo le investigaioni, suffragate da intercettazioni telefoniche ed ambientali, la vittima, che nonostante le evidenze ha continuato a negare la vicenda agli investigatori, era stata condotta da Amedeo Cateriano- figlio di Nicola Caterino, alias O’Cecato, detenuto, storico capo-zona dei casalesi – al cospetto dei fratelli Cristofaro, i quali, mostrando platealmente due pistole semi-automatiche poggiate su di un tavolo, gli intimavano testualmente: “Siamo noi a comandare qua, … qua comandiamo noi e nessuno più… e come mio referente ci sta Amedeo… comunque per Pasqua preparami diecimila euro …. entro Pasqua preparami i soldi che me li mando a prendere… i figli tuoi li vuoi bene?… e non ti preoccupare!”. In seguito, l’imprenditore aveva consegnato a Amedeo Caterino un acconto di mille euro e si accingeva a “saldare” l’intera tangente, circostanza impedita dall’adozione del provvedimento precautelare da parte della Procura Antimafia di Napoli.

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