SAN CIPRIANO D’AVERSA – Ha abbracciato la bara del figlio come se non volesse che le fosse portato via. Si è messo in ginocchio davanti ad Emanuele, un ragazzo di neanche 15 anni strappato alla vita troppo presto.
La mamma del giovane ucciso ad Aversa lo scorso 7 aprile era disperata. Distrutti dal dolore il papà e i tre fratelli. Attorno al dolore della famiglia Di Caterino si sono strette migliaia di persone. Tantissimi studenti, soprattutto del liceo scientifico “Fermi” di Aversa, con indosso le maglie con la foto di Emanuele. Lacrime a fiumi dagli occhi dei suoi amici di classe, quella Prima E che, come ha detto una sua compagna durante la messa, “non sarà più la stessa”. Il papà di Emanuele ha baciato più volte il feretro. Solo alcuni parenti sono riusciti a farlo sedere.
La perdita di un figlio di 14 anni, per una lite scoppiata per futili motivi, è la cosa peggiore al mondo che può capitare a un genitore. Non potranno abbracciare più il loro figlio che però resterà nei cuori e nella mente di tutti coloro i quali lo hanno conosciuto. Ma niente e nessuno potrà consolare i suoi cari.
Emanuele è volato in cielo come le colombe e i palloncini bianchi lanciati alla fine del funerale.