Raffaele Donciglio, 53 anni di Casapesenna; Vincenzo Cangiano, 38 anni, Orlando Cesarini, 64 anni di Piedimonte Matese, Domenico Ferraiuolo, 69 anni di Piedimonte Matese e Luigi Iannone, 43 anni, sono stati raggiunti da tre decreti di confisca eseguiti dalla DIA di Napoli ed emessi dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere.
Sono tutti imprenditori casertani attivi in diversi settori economici (edile e tecnologico). Le indagini svolte dalla DIA sui destinatari dell’odierna misura, delegate dalla Procura della Repubblica di Napoli, hanno consentito non solo di ricostruire il loro assetto patrimoniale, ma anche di delineare la loro “pericolosità qualificata”, derivante dai rapporti emersi con il clan dei casalesi, fazione Zagaria, nel delicato e strategico settore della gestione degli appalti all’interno dell’Azienda Ospedaliera “S. Anna e S. Sebastiano” di Caserta. La relativa inchiesta giudiziaria, per la quale sono stati già condannati nel marzo scorso dalla Corte di Appello di Napoli a pene che vanno dai sette agli otto anni di reclusione, aveva accertato la piena operatività del citato clan all’interno della struttura sanitaria, facendo emergere una pervasiva e consolidata rete di connivenze e collusioni venutasi a creare con appartenenti al mondo della pubblica amministrazione, della politica e dell’imprenditoria, che garantiva il controllo e la gestione, in regime di assoluto monopolio, degli appalti e degli affidamenti diretti di lavori all’interno dell’ospedale casertano. I decreti di confisca, che seguono quelli di sequestro eseguiti tra il 2015 ed il 2016 su proposta del Procuratore della Repubblica di Napoli, hanno interessato beni risultati nella disponibilità diretta ed indiretta dei suddetti imprenditori e riguardano quote societarie (imprese operanti nel settore edile e delle forniture sanitarie) ed immobili aventi sede, ovvero ubicati, nella provincia di Caserta, nonché numerosi rapporti finanziari per un valore complessivo stimato in oltre 6,5 milioni di euro.