La Fiadel, uno dei sindacati più rappresentativi nel consorzio rifiuti, interviene per condannare la presa di posizione dei liquidatori che hanno annunciato la fine delle attività per il prossimo 10 marzo.
“La gravissima nota dei commissari liquidatori del Consorzio Unico di Bacino, Lorenzo Di Domenico e Gaetano Farina Briamonte, non può passare sotto silenzio. Nella missiva indirizzata ai Prefetti di Napoli e Caserta, alla Regione Campania, alle due Province, e alle Forze dell’Ordine, i due responsabili confermano la cessazione delle attività del Consorzio di Bacino di Napoli e Caserta, il giorno 10 Marzo 2013, già annunciata con altro documento qualche settimana fa. Nella missiva parlano dell’impossibilità di continuare i servizi, a circa una cinquantina di comuni della provincia di Caserta, per il degrado finanziario in cui versano le casse consortili. Non un rigo per circa mille lavoratori (tenendo conto solo di quelli dell’Articolazione Caserta). Quale sarà la loro sorte?
Dopo mesi che non ricevono lo stipendio vuoi vedere che gli stessi debbano finire per strada? Noi non ci stiamo alla macelleria sociale e ricordiamo ai due liquidatori che il consorzio è pubblico, altrimenti non si spiegherebbero né avrebbero titolo le varie indagini della magistratura, e che gli stessi sono tenuti a convocare le Organizzazioni Sindacali di Categoria, a chiedere tavoli in Prefettura e alla Regione Campania, per cercare di trovare una soluzione alla tristissima vicenda. Non si può certo agire come Ponzio Pilato. La Politica deve dare risposte, le Istituzioni devono dare soluzioni. Non si possono buttare in mezzo alla strada mille famiglie! La magistratura, che spesso si è accanita contro i lavoratori, sollevando indagini che spesso vedono solo i lavoratori come protagonisti, non è mai intervenuta nei confronti dei veri responsabili. Chi sono? Semplice, i Sindaci di quei comuni che nonostante abbiano per anni ricevuto il servizio di igiene urbana, continuano a non pagarlo o pagare soltanto parte dello stesso. Hanno accumulato oltre 100 milioni di euro di debiti con il Consorzio Unico, ma nessuno fa niente affinché questi soldi, anche in maniera graduale, possano esser recuperati. Così mentre i lavoratori hanno ricevuto diversi avvisi di garanzia per l’interruzione di pubblico servizio, i veri fautori del disastro sono tranquillamente dietro le loro scrivanie.
I lavoratori, pur trovandosi in condizioni finanziare disastrose, hanno dovuto pagare anche gli avvocati per difendersi contro questa assurda accusa. Lavoratori colpevoli perché protestavano che da mesi e mesi non prendevano lo stipendio pur continuando a lavorare. Forse vogliamo ripristinare la riduzione in schiavitù? E nel frattempo la Prefettura sonnecchia e la Provincia di Caserta non ha mai dato applicazione ad una Legge dello Stato Italiano, la n.26 del Febbraio 2010. Andate a leggerla! Dove si vuole arrivare? Ormai siamo prossimi alla macelleria sociale, e nel frattempo affidiamo tutto alla Camorra S.p.A. Tutto in mano a ditte, molte delle quali improvvisate, nate la sera per la mattina dopo, soltanto per lucrare le tasse pagate dai cittadini! Il gioco di buttare discredito sui lavoratori era chiaro. Fare apparire loro nullafacenti, assenteisti e cattivi soggetti, in modo da distrarre l’opinione pubblica dai veri responsabili di questo sfacelo. Ma dobbiamo dire tutta la verità agli utenti casertani. Gli operatori che lavorano la notte non vengono pagati da mesi, sono cattivi pagatori per le Finanziarie, perché il Consorzio pur detraendo le somme dalle paghe (quando li pagava!) non li versava alle società di prestiti, non hanno da anni versati i contributi previdenziali e così via! Lo abbiamo detto pubblicamene più volte, e lo ribadiamo oggi e la Magistrature ne è a conoscenza!. Adesso la lotta si fa dura! Noi lotteremo con i lavoratori perché non si possono mandare in strada centinaia di famiglie con una semplice quanto assurda letterina!”