Milioni di euro sottratti al Fisco e investiti in acquisti di diamanti in zona di guerra in Africa. Tasse non pagate in Italia che diventano ‘blood diamonds’, per usare un’espressione resa celebre dal titolo di un film di qualche anno fa con Leonardo Di Caprio che raccontava proprio del contrabbando di quelle pietre preziose ‘insanguinate’ tra la Sierra Leone e la Liberia.

Di ”pietre grezze”, di luoghi di ”guerriglia” e di ”carati” parlavano nelle e-mail che si scambiavano anche alcuni degli arrestati nell’operazione del Comando provinciale della Guardia di Finanza di Milano che ha visto coinvolto ancora una volta Mariano Baldini, legale di 43 anni originario di Caserta e titolare dello studio di consulenza ‘Baldini & Partners’ di via Sciesa a Milano, gia’ arrestato lo scorso settembre (a lui oggi e’ stata notificata una nuova ordinanza in carcere). L’inchiesta, con al centro l’attivita’ del professionista e coordinata dal pm Stefano Civardi, aveva infatti gia’ portato a 10 arresti un paio di mesi fa. Il professionista, secondo l’accusa, avrebbe utilizzato le sue conoscenze ‘tecniche’ per creare dei trust e cosi’ proteggere beni immobili e quote di societa’, riconducibili anche a personaggi vicini a clan camorristici, come quello dei Casalesi. ”Il Baldini aveva ed ha contatti con la criminalita’ organizzata”, scrive il gip Antonella Bertoja nell’ordinanza d’arresto eseguita oggi a carico di cinque persone (due, invece, si trovano all’estero). I nuovi sviluppi dell’inchiesta (contestati reati che vanno dall’associazione per delinquere alla sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte al reimpiego di capitali illeciti fino alla bancarotta) ruotano attorno a due societa’ di cui Baldini sarebbe stato il ‘dominus’: ‘Baldini & Partners’ srl e Agenzia Debiti spa. Quest’ultima ‘svuotata’ e portata fino al crac, scrive il gip, ”era da individuarsi come la societa’ ‘pseudo-regolare’ del gruppo, mentre alla B&P e’ stato demandato il ruolo di societa’ ‘cartiera”’. La prima, sulla carta, si rivolgeva a imprenditori in difficolta’ economica, ai quali prometteva di ”chiudere le loro posizioni debitorie”, anche verso Equitalia, con ”un risparmio oscillante dal 40 al 70%”. Intanto, pero’, incassava ”390 euro” solo per aprire ogni pratica. Gli investigatori ipotizzano poi una sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte da parte della societa’ ‘Kyoto Way trading srl’ – altra realta’ della ‘galassia Baldini’ – che avrebbe distratto dalle casse oltre 3,5 milioni di euro, con un debito col Fisco di 2,5 milioni. Proprio quei 3,5 milioni, secondo l’accusa, sarebbero stati reinvestiti nelle speculazioni in diamanti in Camerun e in Liberia. L’avvocato Baldini e altri soci arrestati, scrive il gip, avrebbero investito nel 2011 proventi illeciti sottratti al Fisco ”in diamanti acquistati in zone di guerra da tagliare e da rivendere pianificando di dividere il guadagno”. Un collaboratore di Baldini in una e-mail indirizzata al legale, facendo riferimento a tale ”Bashir”, scriveva cosi’: ”Mi manda la descrizione dei lotti, tieni presente che gli oltre 500 km per andare ogni mattina in Liberia zona guerriglia se ne fa altrettanti la sera e i lotti che valuta cercando di prendere le pietre migliori sono parecchi”. Preparavano quella che il gip definisce l’ ”operazione Camerun” (gli investigatori hanno sequestrato anche una cartella con su scritto ‘Baldini Cameroon’) per l’acquisto dei ‘blood diamonds’. Si organizzavano poi anche per spostarli da un Paese all’altro: ”Mi sembra veramente assurdo non fare le spedizioni credo sia meno rischioso di metterli in tasca visto che non sono un paio (…) sicuramente sarebbe stato molto meglio per te prenderti i blister con le pietre gia’ tagliate a Dubai senza rischi e con costi e ricavi certi”.

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