Ha risposto a tutte le domande del Gip e negato ogni addebito Rosa De Lucia, 37 anni, sindaco “sospeso” di Maddaloni, arrestata lunedì con altre quattro persone, tra cui l’assessore della sua giunta Cecilia D’Anna e due consiglieri comunali, nell’ambito dell’inchiesta della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere su un giro di tangenti per l’appalto della raccolta rifiuti a Maddaloni. L’interrogatorio di garanzia, tenuto nel carcere femminile di Pozzuoli dove la De Lucia è detenuta, si è protratto per oltre cinque ore. L’esponente di Forza Italia, assistita dagli avvocati Amedeo Barletta e Mario Corsiero, ha ammesso di avere rapporti di amicizia con l’imprenditore Alberto Di Nardi, titolare dell’azienda DHI che effettua la raccolta dei rifiuti a Maddaloni, anche lui arrestato lunedì con l’accusa di aver versato tangenti mensili alla De Lucia per garantirsi la prosecuzione dell’attività di raccolta. Di Nardi si sarebbe accordato con il sindaco per un’ulteriore tangente, di 1,2 milioni di euro, per aggiudicarsi la nuova gara indetta dal Comune di Maddaloni da 24 milioni di euro. “Mai ricevuto tangenti, la mia amicizia con Di Nardi non ha mai condizionato la mia attività amministrativa”, ha detto la De Lucia, che ha poi attaccato l’imprenditore dei rifiuti Antonio Scialdone (da cui è partita l’inchiesta), il quale ha raccontato agli inquirenti del presunto patto corruttivo esistente tra la sindaca e Di Nardi e della tangente richiestagli dalla De Lucia per aggiudicarsi la gara d’appalto. “Scialdone ha riferito solo fandonie, anche quella sul viaggio ad Antibes”, ha spiegato la De Lucia, che ha poi rivendicato la sua attività amministrativa definendosi una “decisionista”.


 

 

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