Il pianto di un bambino ha attirato l’attenzione di don Roberto Caterino, dopo un po’, non ha avuto dubbi: quel lamento proveniente dal cortile della sua chiesa era di un piccolo di appena quattro mesi, abbandonato da chi lo amava molto, moltissimo.
Perché accanto al suo seggiolino ha lasciato una bottiglina con del latte caldo, una borsa termica con omogeneizzati, una coperta di lana della squadra del Napoli e un corredino per maschietti. Don Roberto ha preso in braccio quel corpicino profumato di borotalco e lo ha scaldato. «Ma di chi è questo bambino?», ha poi chiesto a se stesso. Poco prima, si trovava nella sagrestia della parrocchia e stava togliendo l’abito talare. La messa era appena terminata e don Roberto stava appuntando la data di un trigesimo di morte sull’agenda, quando la vita, lì fuori alla sua posta, lo ha chiamato.