“Appena Noviello svoltò a destra lo affiancammo e sparai subito quattro o cinque colpi con la 9 corta; ricordo che lo colpii con il primo colpo al volto. Scaricai tutto il caricatore, 13 botte, in direzione di Noviello e questi cercò di porsi al riparo sdraiandosi sul sedile e poi strisciando verso l’esterno; riuscì ad aprire lo sportello – lato passeggero – per tentare la fuga uscendo dalla macchina. Io a quel punto scesi dalla vettura, girai attorno alla macchina del Noviello e gli sparai anche altri colpi della pistola Beretta 92 F, finendolo poi con un colpo in testa. Era la prima volta che riuscivo ad uccidere personalmente qualcuno”.
E’ l’agghiacciante racconto agli investigatori di Massimo Alfiero, il killer che uccise Domenico Noviello, riportato nell’ordinanza di custodia notificata oggi a dieci componenti del gruppo di Giuseppe Setola.
Noviello che tra l’altro sapeva di essere nel mirino del clan dei casalesi avendolo scritto in un diario che sua figlia, subito dopo l’agguato mortale, ha consegnato alle forze dell’ordine. Per Domenico Noviello i guai cominciarono nel 2001, quando denunciò e fece arrestare un gruppo di camorristi che gli avevano chiesto il pizzo; tra loro c’erano Alessandro e Francesco Cirillo, due dei killer ai quali é stata notificata oggi la misura cautelare. Subito dopo, Noviello era stato avvicinato da persone che gli avevano chiesto ancora denaro, sollecitandolo ad accollarsi le spese legali di quanti erano stati arrestati in seguito alle sue denunce. Pressioni e minacce erano continuate nel corso degli anni; pochi giorni prima dell’omicidio, alla vigilia dell’asta in cui sarebbero stati venduti i locali dell’autoscuola gestita da Noviello, l’imprenditore era stato nuovamente avvicinato da un pregiudicato vicino ai casalesi che gli aveva sconsigliato di partecipare all’asta, dicendogli: “I locali sono stati venduti ed ora te ne cacciano pure”. Proprio il clan, sottolinea il gip nell’ordinanza, aveva intenzione di entrare in possesso di quei locali. Noviello però aveva risposto: “Voglio vedere come me ne cacciate”.