Gli appalti finiti nel mirino dei carabinieri di Caserta e della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli (pm Catello Maresca e Alessandro Milita, coordinati dal procuratore aggiunto di Napoli Giuseppe Borrelli) – eseguite stamattina 10 misure cautelari – riguardano il Piano di Insediamento Produttivo del Comune di San Felice a Cancello (Caserta), in particolare la realizzazione dell’impianto per l’illuminazione pubblica e opere da eseguire nel cimitero: lavori da un milione e 342mila euro finiti nelle mani di ditte ritenute legate alla fazione Zagaria clan dei Casalesi. I fatti risalgono al 2010: gli inquirenti hanno scoperto che a pilotare gli appalti sarebbero stati l’ex sindaco di San Felice ed ex consigliere regionale della Campania, Pasquale De Lucia, con l’aiuto di altri dirigenti comunali, e Rita Nadia Di Giunta, ex presidente e a.d. della società “Terra di Lavoro” della Provincia di Caserta. Nel corso dell’attività investigativa sono stati documentati numerosi episodi di corruzione, che si concretizzavano attraverso la consegna di denaro e con la promessa dell’apporto elettorale del clan. Per quanto riguarda il Pip è stato documentato anche il tentativo, fortunatamente non andato in porto, di rendere edificabili – e quindi di aumentare il volume degli ‘affari’ – anche zone a rischio idrogeologico. Due dei provvedimenti di arresto – quelli riguardanti De Lucia e Antonio Zagaria, fratello del boss Michele Zagaria – sono stati notificati in carcere in quanto i due erano già detenuti. Gli altri destinatari dei provvedimenti in carcere sono l’a.d. Rita Nadia Di Giunta, l’ex consigliere comunale di San Felice, Clemente Biondillo; il responsabile dell’Ufficio Tecnico di San Felice, l’architetto Felice Auriemma e l’imprenditore Fabio Oreste Luongo, ritenuto vicino al clan. Arresti domiciliari, invece, per Francesco Di Giunta, fratello di Nadia Di Giunta; per Alfredo Pane, segretario generale del Comune di San Felice e l’imprenditore, anch’egli ritenuto vicino al clan, Costantino Capalbo, già coinvolto in analoghe vicende. Infine è stato disposto un divieto di dimora in Campania per Alfonso Di Giunta, padre di Nadia e Francesco Di Giunta, imprenditore siciliano, ritenuto colui che ha creato il legame con la fazione Zagaria dei Clan dei Casalesi.