Nelle prime ore della mattinata odierna, i carabinieri del Nucleo investigativo di Caserta, nell’ambito di un’indagine coordinata dalla DDA  della Procura di Napoli, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip nei confronti di cinque indagati:

i fratelli Biagio e Franco Passarelli, ritenuti responsabili del reato di concorso esterno nell’associazione mafiosa denominata clan dei casalesi – fazione Schiavone; Susanna Cantelli (moglie di Franco Passarelli), Giuseppe Ammaliato e Giuseppe Errico, ritenuti responsabili del furto di circa 25 tonnellate di zucchero sottoposto a sequestro, verificatosi a Pignataro Marriore il 19 luglio del 2010, con l’aggravanti di aver agito al fine di favorire il clan dei casalesi. Il provvedimento cautelare ha disposto anche li sequestro preventivo dei beni mobili ed immobili riconducibili ai fratelli Passarelli e ala Cantelli, nonché le quote e i beni mobili ed immobili intestati alla società Ipam Srl, Immobiliare Bellavista, Centro Sud Commerciale Srl, tutte con sede a Villa Literno, e della Commerciale Europea Spa di Pignataro Maggiore per un valore complessivo stimato in 200milioni di euro.

 

Il reato di “concorso esterno” contestato ai fratelli Passatelli è stato commesso dal 4 novembre 2004, giorno del decesso di Dante Passarelli, momento che segna il trasferimento ai suoi eredi, dopo il dissequestro nell’ambito del processo Spartacus, “di una situazione – scrive De Raho –  patrimoniale ed imprenditoriale creata, conservata e sviluppata attraverso dinamiche indiscutibilmente legate alle sorti criminali dei casalesi”.

In tale contesto gli eredi di Dante Passarelli hanno iniziato ad operare, non limitandosi al mero godimento dei beni e delle società ricevute in eredità, ma proseguendo consapevolmente il rapporto economico – criminale instaurato a suo tempo dal padre con il clan dei casalesi, in particolare con Francesco Schiavone Sandokan, ed il figlio Nicola. “Dagli specifici elementi di prova raccolti – scrive la procura – nel corso delle indagini, emerge in maniera evidente un perdurante, consapevole, vantaggioso rapporto di interessi, sul piano imprenditoria e criminale, tra gli indagati e i vertici del clan dei casalesi, legame ancora oggi emblematicamente rappresentato dalle società del gruppo di famiglia, prima fra tutte le Commerciale Europea Spa, operante nel settore della lavorazione e dell’impacchettamento di prodotti alimentari, principalmente lo zucchero a proprio marchio Kerò”.

La sede della Kerò è il teatro in cui si consuma il secondo reato contestato nel provvedimento odierno, ossia il furto di oltre 25 tonnellate di zucchero sottoposto a sequestro, ideato e realizzato da Susanna Cantelli, amministratrice della società e titolare del 90% delle quote sociali, con la collaborazione di Giuseppe Ammaliato, dipendente della Commerciale Europea, uomo di fiducia della Cantelli ed impiegato nella gestione informatica degli ordni. “Dalle loro condotte – scrive la procura –  emerge un chiaro dispregio verso l’amministrazione giudiziaria, indice di indifferenza verso i precetti penali e verso le autorità preposte per il loro rispetto. Per lo stesso reato di furto, la custodia cautelare in carcere è stata disposta anche a carico di Giuseppe Errico, titolare dell’impresa di trasporti Errytrans, nonché autista di uno dei due camion utilizzati per compiere il furto.”

Le indagini che hanno portato all’applicazione della misura cautelare personale e reale si basano sulle dichiarazioni rese da numerosi collaboratori di giustizia, a cui è seguita una minuziosa ed articolata attività di riscontro ulteriormente corroborata dall’esito di intercettazioni telefoniche ed ambientali svolte dai Carabinieri di Caserta, dalle dichiarazioni di persone informate sui fatti, dal contenuto delle relazioni compilate dagli amministratori giudiziari.

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