La Procura del Tribunale di Napoli Nord passa ai raggi X gli ex sindaci Angelo Brancaccio e Salvatore Del Prete e quello attualmente in carica Giuseppe Mozzillo per fare chiarezza sull’assegnazione di alcuni lotti e cappelline di famiglia nel cimitero vecchio di Orta di Atella. Nel mirino del pm Patrizia Dongiacomo sono finiti i capi delle amministrazioni comunali dal 2004 ad oggi. Nei giorni scorsi il pubblico ministero ha aperto un fascicolo e ha delegato gli uomini della locale stazione dei carabinieri, guidati dall’irreprensibile comandante Lorito, per l’acquisizione dei nominativi dei parenti fino al quarto grado (oltre 100 persone) di Brancaccio, Del Prete e Mozzillo assegnatari di cappelline e lotti cimiteriali. Dopo aver esaminato la documentazione fornita dal Comune la dottoressa Dongiacomo ha incaricato sempre i militari dell’Arma di Orta di Atella di fare un ulteriore accertamento. Su delega della Procura i carabinieri hanno acquisito altre “carte”. Questa volta i riflettori sono stati spostati sul pagamento dei lotti cimiteriali assegnati. Anche in questo caso la Procura ha vagliato la posizione dei familiari degli ex primi cittadini Brancaccio e Del Prete e del sindaco Mozzillo. E dopo un incessante lavoro gli inquirenti hanno scoperto che i conti non tornano. Sulla scorta degli atti inviati dall’ufficio contratti del Comune alla Procura è emerso che per due lotti assegnati nel 2004 non è stato effettuato alcun pagamento. In entrambi i casi gli assegnatari sono familiari di Mozzillo, che all’epoca era assessore all’Urbanistica della giunta Brancaccio. Si tratta dei lotti 17 lettera N e 17 lettera O. Il primo, una cappellina, fu assegnato a un parente di primo grado dell’attuale sindaco. Il secondo a un congiunto strettissimo di Giacomo Iovinelli, ex responsabile del distretto sanitario e noto esponente politico che in passato ha ricoperto anche cariche istituzionali. Iovinelli è zio di Mozzillo e cugino di Salvatore Del Prete, alias “Magò” il quale, guarda caso, era delegato al cimitero. Quando c’è di mezzo il mitico “Magò” ci sono sempre strane coincidenze. L’indagine è ancora in corso ma il pm Dongiacomo potrebbe già aver messo insieme tutti i pezzi del puzzle. E a breve ci potrebbero essere clamorosi sviluppi.
Nel frattempo facciamo un rapido calcolo economico. I due lotti nel mirino della magistratura sono entrambi di 30 metri quadrati. Nel 2004 valevano attorno ai 400 euro al mq, oggi il prezzo è salito a circa 1500 euro al mq. Con una semplice moltiplicazione otteniamo un risultato da far rizzare i capelli anche ai calvi: nel 2004 il valore di ognuno dei due lotti era di 12mila euro, oggi valgono la bellezza di 45mila euro. Un affare d’oro. Ma tralasciamo l’aspetto economico. E scendiamo sul terreno politico-amministrativo. Una dimanda sorge spontanea: non è il caso che il sindaco Mozzillo faccia adottare ad horas i provvedimenti di revoca delle assegnazioni dei lotti “incriminati” per realizzare magari su quelle aree un centinaio di loculi? La risposta appare scontata. Nel cimitero vecchio non c’è più spazio per le sepolture al punto che diversi defunti ultimamente sono stati sepolti nei Comuni limitrofi. E quindi la revoca delle assegnazioni “dubbie” sarebbe da un lato una decisione saggia, dall’altro una scelta quasi obbligata. Ma Orta di Atella fa storia a sé. E’ un’isola infelice. I disagi per i cittadini non si contano più. Le risposte degli amministratori locali sono quasi pari allo zero. Si vive male. E chi non ha santi in Paradiso rischia di non poter riposare in pace neanche dopo la morte. Che tristezza.
Mario De Michele