CASERTA – Per i “furbetti del quartierino” si chiama “Festival della solidarietà”, per le persone di buonsenso non può che chiamarsi “Festival degli sprechi”. E’ calato il sipario sulla manifestazione promossa dall’azienda ospedaliera di Caserta per raccogliere(?) fondi,
ma non si spengono – giustamente – le polemiche per la “modica” somma (160mila euro) spesa per organizzare la kermesse, andata in scena al Belvedere di San Leucio dal 16 al 24 luglio. Alla vigilia dell’iniziativa era intervenuto Nicola Caputo, Presidente della Commissione Trasparenza e Controllo Atti, a margine dell’audizione sulle criticità dell’Ospedale Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta sollevate dall’Associazione “Gli Amici di Eleonora”.
“In una situazione di crisi come questa – ha dichiarato Caputo – spendere 160 mila euro per eventi, anche se con finalità benefiche, mi sembra eccessivo. Scriverò a Caldoro, Morlacco e Bottino per avere chiarimenti. Secondo quanto denunciato dal segretario della Onlus “Gli Amici di Eleonora” Claudio Lunghini – ha sottolineato il consigliere regionale del Pd – la manifestazione ha un costo di 160 mila euro così come stabilisce la deliberazione n. 373 del 7 giugno 2012 dell’A.O.Sant’Anna e San Sebastiano”.
Il progetto è stato attuato per acquistare attrezzature per l’ospedale civile di Caserta, diretto da Francesco Bottino. Ma i costi e l’organizzazione suscitano una serie di dubbi. In primo luogo, finora sappiamo che sono stati spesi 160mila euro, mentre poco o nulla si sa dei fondi raccolti. Tra le uscite e le entrate il saldo sarà negativo o positivo? Attendiamo con ansia il rendiconto dell’iniziativa.
Per il deus ex machina della manifestazione, Michele Izzo, Direttore dell’U.O.C. Comunicazione e Marketing dell’Azienda Ospedaliera di Caserta, l’aspetto contabile non è mai stata una priorità: mega manifesti 6×3 sparsi dappertutto, campagna pubblicitaria su organi di informazione rigorosamente scelti tra una ristretta cerchia di amici e conoscenti, soldi buttati al vento per organizzare noiosissimi e inutili convegni. Il tutto condito dall’impiego nell’allestimento della kermesse, di una parte del personale medico sottratto alle prestazioni assistenziali.
Come mai Izzo non ha badato a spese? Semplice: perché il “Festival degli sprechi” è stato finanziato con soldi pubblici, cioè con i soldi di noi cittadini. E di fronte a decisioni così scellerate il manager Bottino è stato a guardare? Peggio. Ha avallato tutto dalla prima all’ultima cosa. In attesa del bilancio della manifestazione – entrate e uscite – l’unica cosa certa è che i geniali ideatori di questo progetto ha già utilizzato un cospicua fetta di denaro pubblico.
Insomma, hanno maneggiato un bel bottino…
Mario De Michele