“Setola ha motivato la decisione di non collaborare spiegando che la figlia minorenne non vuole abbandonare Casal di Principe e non vuole che lui collabori. Aveva inoltre il timore di mettere in pericolo la vita del fratello Pasquale e del cognato Mario Baldascino”. Ad una settimana dalla clamorosa retromarcia del killer dei Casalesi che dopo aver iniziato a collaborare ha poi ritrattato, il pm della Dda di Napoli Alessandro Milita ha spiegato le ragioni addotte da Setola. Il pm Milita è intervenuto nell’aula del processo per la morte dell’imprenditore Domenico Noviello, nel tribunale di Santa Maria Capua Vetere. L’intenzione di non proseguire la collaborazione, spiega il magistrato, “Setola l’ha presa nell’interrogatorio dell’11 novembre scorso”, dunque il giorno prima dell’udienza in cui ha pubblicamente dichiarato di tornare sui propri passi. Milita ha poi chiesto alla Corte d’Assise di acquisire il verbale dell’interrogatorio reso da Setola proprio l’11 novembre ma il presidente Maria Alaia ha rigettato l’istanza. Setola ha poi confermato in sede di dichiarazioni spontanee di “aver detto un sacco di bugie”. Il sostituto procuratore ha poi ribadito le richieste di pena per gli imputati avanzate durante la requisitoria del 30 ottobre scorso; per Setola resta la richiesta di ergastolo ma senza isolamento diurno. Il processo questa mattina si è aperto poco dopo le 10 tra misure di sicurezza rafforzate per esigenze di ordine pubblico; il presidente Alaia ha limitato l’ingresso in aula solo alle parti. La sentenza è prevista per le 14; poco prima il giudice farà sapere la decisione sull’eventuale ammissione delle telecamere di numerose tv che ne hanno fatto richiesta a riprendere la lettura del verdetto.