“Nel 2008 ricevemmo informazioni da fonti confidenziali che il sindaco di Casapesenna Giovanni Zara era in grave pericolo di vita per la sua attività contro il clan Zagaria”. Lo ha rivelato questa mattina al tribunale di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) l’ex funzionario della Dia di Napoli Mario Mauro durante l’udienza del processo che vede imputati il boss dei Casalesi Michele Zagaria (collegato in video-conferenza), il quasi omonimo ex sindaco di Casapesenna Fortunato Zagaria (presente in aula) e l’ex consigliere comunale Luigi Amato per il reato di tentata violenza privata aggravata dal metodo mafioso commessa nei confronti di Giovanni Zara, ex primo cittadino del paese del Casertano. I fatti risalgono al 2008 quando Zara era stato da poco eletto sindaco e Zagaria era il suo vice: quest’ultimo, secondo l’accusa sostenuta dal pm della DDA di Napoli Catello Maresca, avrebbe intimato a Zara di non parlare più del boss Michele Zagaria, allora ancora latitante, sui giornali o in pubblico, né a rendere dichiarazioni di elogio alle forze dell’ordine per i successi contro i clan, minacciando ritorsioni politiche e personali, e prospettandogli la sorte “di Tonino Cangiano”, ex assessore del comune gambizzato dalla camorra nel 1988 e morto nel 2009 dopo vent’anni passati sulla sedia a rotelle. Zara rimase sindaco pochi mesi perché nel febbraio 2009 fu sfiduciato da undici suoi consiglieri; qualche giorno prima aveva firmato un protocollo per l’avvio di un progetto in un bene confiscato a un capozona dei Casalesi. Per questi fatti Zagaria fu anche arrestato nel febbraio 2012 mentre era sindaco di Casapesenna e scarcerato dopo pochi giorni. Mauro racconta anche di un intervento di Nicola Cosentino circa la paventata candidatura di Alfredo Mantovano dopo le dimissioni di Zara nel 2009; l’allora sottosegretario avrebbe dovuto candidarsi nella lista dell’ex sindaco ma Fortunato Zagaria corse ai ripari. “Intercettammo un sms in cui lui informava Cosentino, allora coordinatore regionale del Pdl, dell’intenzione di Mantovano; Cosentino rispose: ‘non preoccuparti, non avrà mai il simbolo del partito'”. Alle successive elezioni Zagaria, che già era stato primo cittadino tra il 2000 e il 2008 (precedessore dello stesso Zara, ndr), divenne così nuovamente sindaco. Nel corso dell’ udienza preliminare anche l’ex capo-clan da poco pentito Antonio Iovine o’ Ninno ha accusato Fortunato Zagaria “di essere del gruppo capeggiato dal boss omonimo”.