CASERTA – “Quando Sergio Orsi mi incontro’ nei pressi del suo studio a Santa Maria Capua Vetere mi chiese se Nicola Ferraro mi aveva parlato degli accordi,
io gli dissi di no e allora lui mi chiese di riferire a Ferraro che gli avrebbe tagliato la testa e gli avrebbe urinato sopra”. Cosi’ Antonio Scialdone, funzionario del consorzio unico dei rifiuti ed ex amministratore delegato delle varie societa’ che formavano il consorzio dei rifiuti Ce3 – che comprendeva 19 comuni tra cui Caserta, Castelmorrone, Marcianise – escusso come testimone nel processo a carico del deputato Pdl Nicola Cosentino, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. Questa mattina, davanti ai giudici della prima sezione penale del tribunale di Santa Maria Capua Vetere – presidente Gianpaolo Guglielmo – e’ stato ascoltato, oltre a Scialdone, anche Massimo Gerli, economo incaricato dall’ex prefetto Alessandro Pansa, commissario dell’emergenza dei rifiuti in Campania, di visionare i rendiconti dei consorzi e stilare una sintesi utilizzata poi per un esposto in procura.
Gerli ha spiegato di non aver mai ricevuto pressioni da Cosentino. L’escussione di Antonio Scialdone da parte del pm Alessandro Milita, invece, e’ durata un paio d’ore in cui l’ex amministratore del Ce3 ha confermato che ci fu uno scambio di favori tra i consorzi di Caserta 4 e 3 per fare in modo che l’impresa della raccolta di rifiuti che faceva capo ai fratelli Sergio e Michele Orsi (quest’ultimo ucciso dal clan dei Casalesi nel giugno del 2008) potesse essere sdoganata “anche nel Consorzio Ce3”. Opposizione e’ stata mossa dai legali del deputato Pdl Nicola Cosentino( oggi in aula), Stefano Montone e Agostino De Caro, quando il pm ha continuato a formulare domande sulla base di una risposta poco chiara del testimone d’accusa che aveva riferito: “Tra i componenti del Cda del consorzio, tutti politici e politicanti, si diceva che il politico di riferimento del Ce4 era Cosentino, ma non so dire di preciso chi lo dicesse”.