CASERTA – “I politici di riferimento dei Casalesi erano Nicola Cosentino, Gennaro Coronella e Nicola Caputo. Del sostegno dato ai primi due mi fu riferito, tra gli altri, da Michele Zagaria e dal fratello Pasquale mentre Antonio Iovine ò Ninno, così come Peppe Misso, mi parlarono anche di Caputo. Più volte tra il 2000 e il 2001 ho incontrati Iovine e Zagaria mentre erano latitanti”.
Per la prima volta al processo Eco4 che vede imputato per concorso esterno in associazione camorristica l’ex deputato Nicola Cosentino, un pentito, Michele Froncillo, ex reggente del potente clan Belforte di Marcianise alleato dei Casalesi, rispondendo alle domande del pm della DDA di Napoli Alessandro Milita, cita l’ex primule rosse della cosca di Casal di Principe tra i “grandi elettori” dell’ex sottosegretario all’Economia e di altri politici. Froncillo specifica “di non aver mai fatto campagna elettorale per Cosentino” ma le sue dichiarazioni fanno comunque infuriare gli avvocati di Cosentino Agostino De Caro e Stefanno Montone.
“E’ la prima volta che lei ne parla, non ne ha mai fatto cenno neanche durante i primi 180 giorni di collaborazione” dicono i legali; “ne aveva già parlato genericamente” ribatte il pm. Froncillo prosegue raccontando che nel 2001 “Michele Zagaria mi fece il nome di Cosentino come il politico che avrebbe risolto il problema relativo alla certificazione antimafia di una ditta del clan che stava rifacendo il sistema fognario a Marcianise, un opera da 30 miliardi delle vecchie lire su cui noi prendemmo una commissione del 2-3%”. Il collaboratore riporta poi informazioni avute da fonti diverse, in particolare da esponenti dei Casalesi incontrati nel carcere di Santa Maria Capua Vetere. Dall’affiliato Franco Russo, Froncillo viene per esempio a sapere che “Cosentino è intervenuto – ha detto – per trasferire mio fratello Giuseppe (si riferisce a Giuseppe Russo detto “ò padrino” la cui sorella ha sposato un fratello dell’ex deputato) nel carcere di San Gimignano dove si sta molto meglio”; il pentito afferma poi che “il clan dei Casalesi ha partecipazioni nell’azienda della famiglia Cosentino (l’Aversana Petroli) tramite Peppe Russo. Me lo disse l’altro suo fratello Massimo detto ‘paperino'”. Noi marcianisani – prosegue Froncillo – abbiamo appoggiato direttamente Filippo Fecondo quando si candidò e divenne sindaco di Marcianise e l’imprenditore Nicola Ferraro alle elezioni del 2005, coinvolgendo nel capoluogo Caserta il gruppo Della Ventura che si occupava di affiggere manifesti”. Nel controesame la difesa dell’ex deputato punta a dimostrare la scarsa attendibilità del pentito; in particolare i legali chiedono al presidente del collegio Giampaolo Guglielmo di sentire “tutte le fonti citate da Froncillo” e “di acquisire la sentenza di primo e secondo grado del processo per l’omicidio Cangiano e la requisitoria in corte d’assise del pm di Napoli Alfonso D’Avino che ha dichiarato Froncillo scarsamente credibile”. Il pentito alza la voce. “Devo rispondere non ce la faccio; nella sentenza d’appello le mie dichiarazioni vengono definite non esaustive, non inattendibili. Questo è calunnioso”.