“Il comune di Casal di Principe era merce del clan dei casalesi. Le amministrazioni comunali venivano decise dalla camorra”. Lo ha detto il collaboratore di giustizia Roberto Vargas interrogato oggi in videoconferenza dal pm Antonello Ardituro nell’ambito del processo “Il Principe e la scheda ballerina” in cui è imputato Nicola Cosentino. L’ex sottosegretario all’economia era, ancora una volta, presente in aula e nel corso della deposizione di Vargas ha più volte scosso la testa in segno di dissenso.

 

Vargas, infatti, ha accusato Cosentino di “aver provato a convincere Michelangelo Madonna (in quella tornata candidato a sindaco con una civica) a non far cadere l’amministrazione guidata dal sindaco Cipriano Cristiano”. Un comportamento sollecitato da Nicola Schiavone, figlio di Sandokan, in quanto al comune stavano per arrivare soldi per appalti da far gestire ad aziende vicine al clan.

 

Secondo Vargas: “Madonna fu poi ripagato sia in termini politici che economici con appalti affidate a ditte a lui riconducibili”.

Il pentito, inoltre, ha gettato ombre su tutte le liste che parteciparono alle amministrative del 2007: “Il clan aveva uomini di fiducia in tutte le liste sia di maggioranza che di opposizione”.

I legali di Cosentino interrogheranno il collaboratore di giustizia nell’udienza fissata per il prossimo 20 dicembre.

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