Si è aperto con un colpo di scena l’udienza preliminare del processo a carico di Salvatore Belforte, capo dell’omonimo clan camorristico di Marcianise, suo fratello Domenico, Gennaro Buonanno, Pasquale Cirillo, Luigi Trombetta, Felice Napolitano e Bruno Buttone, per gli omicidi di Giuseppe Farina, avvenuto nel 1992, e di Giovanni Battista Russo, avvenuto nel 1997. Per conto di Salvatore Belforte,l’avvocato Salvatore Piccolo stamattina ha chiesto la ricusazione del giudice Lucia De Micco del tribunale di Napoli. Il motivo, secondo la difesa, è legato al fatto che il giudice Di Micco ha espresso parere contrario sul patrocinio a spese dello Stato di Belforte, dopo una maxi confisca da oltre 100 milioni di euro, in quanto già gravato da condanne per reati ostativi. Ad avviso del legale questo precedente costituirebbe un pregiudizio nei confronti di Belforte, che vuole essere giudicato con l’abbreviato. Per questo, in attesa della decisione della Corte d’Appello sull’istanza, il processo è stato rinviato all’inizio di marzo. I due omicidi a carico degli imputati sarebbero avvenuti durante una faida di camorra, negli anni 1986/2007, tra i clan Piccolo, noti come “Quaqquaroni” e Belforte soprannominati “Mazzacane”, per il controllo del territorio marcianisano.