In occasione della morte di cittadini stranieri, si spacciava di volta in volta per funzionario di questo o quel consolato per ottenere notizie sui decessi e accaparrarsi l’esecuzione del funerale. Ad escogitare questo ingegnoso sistema era stato Alessandro Trombetta,
uno degli indagati nell’ambito dell’inchiesta sulle presunte irregolarità nello svolgimento di funerali a Napoli; Trombetta é indagato a piede libero per il reato di usurpazione di funzioni pubbliche. In particolare, come si evince dall’ordinanza di custodia cautelare, l’uomo il 9 febbraio 2010 telefonò ai carabinieri della stazione di San Cipriano d’Aversa (Caserta) e si presentò come addetto al consolato ucraino per avere notizie relative al decesso di un cittadino di quella nazionalità. Il 16 febbraio successivo utilizzò lo stesso stratagemma con i carabinieri della stazione di Padula (Salerno), ai quali si presentò come il dottor Roman del consolato di Romania. Il 15 marzo si spacciò come il dottor Razavan, sempre del consolato di Romania, chiedendo notizie su un decesso ai carabinieri delle stazioni di Lusciano, Trentola Ducenta e Aversa (Caserta). L’8 aprile, invece, Trombetta contattò i militari della stazione di Olbia presentandosi quale addetto del consolato albanese.