CASERTA – L’imprenditore Elio Roma, indagato per traffico illecito di rifiuti tossici e per disastro ambientale – reati aggravati dall’avere agevolato il gruppo Bidognetti del clan dei Casalesi – riusciva ad avere dalla Provincia di Caserta i nulla osta sul prodotto da smaltire anche quando la destinazione finale dei rifiuti era nel Napoletano.
A riferirlo è il collaboratore di giustizia Gaetano Vassallo, ex imprenditore del settore dei rifiuti, anch’egli legato al clan dei Casalesi, che insieme ad altri ‘pentiti’ sta ricostruendo con gli inquirenti la vicenda dei traffici e degli smaltimenti illeciti che hanno avvelenato terreni agricoli del Casertano e Napoletano. I rifiuti, è stato accertato, non venivano trattati e finivano nei terreni agricoli così com’erano, passando solo sulla carta per un impianto di compostaggio. In una deposizione risalente al 24 aprile del 2008 – contenuta nell’ordinanza di sequestro di un terreno agricolo di Trentola Ducenta emesso dal gip del Tribunale di Napoli ed eseguito l’altro ieri dalla squadra mobile di Caserta – Vassallo parla con il pm del suo rapporto con l’imprenditore Elio Roma. Vassallo ebbe alcune perplessità sui nulla-osta della Provincia di Caserta ma fu rassicurato da Elio Roma e dal direttore tecnico della RFG, società intestata al figlio di Roma che gestisce un impianto di compostaggio. “Non ci sono problemi – dice il tecnico a Vassallo in presenza di Roma – ti depositiamo le analisi e avremo il nulla osta della Provincia”. “E così fu”, ricorda Vassallo. “Elio Roma mi assicurò di avere un contatto presso l’amministrazione provinciale settore Ecologia…”, riferisce Vassallo, “Elio Roma – prosegue il collaboratore di giustizia – fu poi autorizzato proprio dal settore Ecologia della Provincia di Caserta e mi portò una copia delle analisi del prodotto che doveva essere smaltito”. “L’autorizzazione – spiega Vassallo – fu rilasciata dalla Provincia di Caserta, nonostante il fatto che la mia discarica fosse allocata nel Comune di Giugliano (nel Napoletano, ndr) e quindi l’ente competente era la provincia di Napoli e non quella di Caserta”.