Il Gup del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, Nicoletta Campanaro, ha condannato a quattro anni di reclusione Cesare Cipriani, 22 anni, in relazione al ferimento a colpi di arma da fuoco di due immigrati ivoriani avvenuto il 13 luglio 2014 a Pescopagano, frazione dei Comuni di Castel Volturno e Mondragone, nel Casertano. L’episodio scatenò la rivolta della comunità africana; alcuni immigrati diedero fuoco a delle auto provando a farsi giustizia da sé fino ad arrivare ad incendiare la casa di Cipriani. Il giorno dopo fu la comunità italiana a scendere in piazza bloccando la Domiziana e generando nuove tensioni con gli stranieri; risolutore fu l’intervento delle forze dell’ordine che separarono le due comunità e degli appartenenti del Centro sociale Ex Canapificio che mediarono con gli immigrati. I fatti di Pescopagano provocarono anche la visita a Caserta del Ministro degli Interni Alfano. Cipriani fu arrestato subito dopo il fatto insieme al padre Pasquale, che fu poi scarcerato; al giovane furono concessi i domiciliari dopo due mesi e mezzo di carcerazione preventiva. Dalle indagini è emerso che il giovane 22enne, vigilante senza autorizzazione per conto della Coop La Custodia, sparò agli immigrati perché li accusava del furto di una bombola di gas. Due settimane dopo i fatti, il vice-sindaco di Mondragone Anna Barbato (Pd) presentò le sue dimissioni irrevocabili visto il coinvolgimento nella vicenda del marito, zio di Cesare Cipriani e tra i titolari della coop La Custodia che svolgeva ufficialmente servizio di portierato presso alcune abitazioni di Pescopagano, ma che secondo gli inquirenti si occupava di vigilanza armata, attività per cui sarebbe stata necessaria un’autorizzazione del Questore e il porto d’armi. Un altro zio di Cipriani, Lorenzo, è rimasto coinvolto in un’indagine sul clan camorristico operante a Mondragone.

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