Tra il picco dell’influenza e l’allarme meningite sono stati circa 5000 gli accessi di utenti negli ultimi giorni nei reparti di Pronto Soccorso dei sette ospedali della provincia di Caserta gestiti dall’Asl. Altre 2000 persone si sono invece recate presso l’azienda ospedaliera di Caserta. Numeri elevati che hanno provocato disagi agli utenti, costretti ad ore di attesa sulle barelle “ma il sistema – spiega il direttore generale dell’azienda sanitaria casertana Mario De Biasio – ha retto, e non abbiamo registrato situazioni al limite come è avvenuto in altre realtà. Altro dato rilevante è quello degli accessi inappropriati, pari quasi all’85%; si tratta di persone che sono arrivate in ospedale con sintomi leggeri, di influenza o altre patologie stagionali, e che sono state dimesse rallentando di fatto il lavoro dei reparti di Pronto Soccorso”. “Inoltre – continua il direttore generale dell’azienda sanitaria casertana Mario De Biasio – la chiusura per cinque giorni causa festività natalizie della medicina di base ha eliminato un importante filtro, con tanti utenti che non potendo andare dai propri medici di base si sono riversati negli ospedali. Maddaloni, con l’afflusso di tanti utenti dal Beneventano, ha sofferto di più, Aversa, nonostante l’enorme bacino territoriale (500mila persone, ndr) ha invece retto bene”. All’ospedale di Caserta ci sono stati giorni con oltre 350 accessi; “abbiamo avuto lo stesso afflusso del Cardarelli – afferma il direttore sanitario Giulio Liberatore – ma grazie al lavoro di medici e infermieri siamo riusciti a limitare i disagi, che pure ci sono stati visto il super afflusso”. Molti gli utenti giunti con sintomi che facevano pensare alla meningite; gli ultimi due ieri sera, arrivati all’ospedale di Caserta e poi trasferiti al Cotugno di Napoli; “abbiamo eseguiti tutti gli accertamenti previsti, compresa la puntura lombare, escludendo che si trattasse di meningite di tipo C, quella batterica più pericolosa”, conclude Liberatore.