Il sindaco di Sant’Arpino (Caserta) Eugenio Di Santo è stato condannato dal collegio del Tribunale di Napoli Nord, presieduto da Alberto Maria Picardi, a un anno e mezzo di carcere con la sospensione della pena per il reato di “tentata concussione per induzione” (articolo 319 quater del codice penale) commessa ai danni dell’imprenditore Francesco Mottola. Di Santo è stato arrestato il 21 dicembre scorso dai carabinieri di Aversa e da allora è ai domiciliari. Da oggi è tecnicamente libero (è in attesa che gli venga notificata la sentenza, ndr) e potrà ritornare a svolgere il ruolo di sindaco non avendo mai presentato dimissioni. Tra l’altro, il tentativo di concussione non è causa di decadenza in base alla Legge Severino, che colpisce le fattispecie consumate. Secondo l’accusa, l’ex primo cittadino avrebbe abusato del suo ruolo di sindaco pretendendo un braccialetto di diamanti del valore di 2-3 mila euro dall’imprenditore che si era aggiudicato l’appalto per la mensa dell’Istituto scolastico comprensivo del Comune di Sant’Arpino, convincendolo inoltre più volte ad incontrarsi con la scusa di dover discutere del menu relativo ai bimbi affetti da celiachia e promettendo in cambio una possibile nuova vittoria dell’appalto per la mensa. Gli avvocati dell’ex amministratore, Giuseppe Stellato e Raffaele Costanzo, hanno patteggiato la pena. Il collegio però ha subordinato la sospensione condizionale della pena al pagamento sia alla persona offesa che al comune di Sant’Arpino (che non si è costituito parte civile) di un risarcimento pari a 2500 euro.