“Il giorno dopo il triplice omicidio, andammo a mangiare spaghetti agli scampi, pesce per secondo e 4 o 5 litri di vino, nel ristorante-pizzeria Tre Bastoni di Teverola. Poi Nicola Schiavone ci disse che ci avrebbe trovato un posto dove stare in pace a Modena per circa 10 giorni”.
E’ la ricostruzione del killer del clan dei Casalesi, ora collaboratore di giustizia, Roberto Vargas, dell’omicidio di tre affiliati, Giovan Battista Papa, Modestino Minutolo e Francesco Buonanno, commissionato nel maggio 2009 dal primogenito del boss Francesco Schiavone detto Sandokan, Nicola, ora detenuto. Nel processo che vede imputato il primo dei sette figli del boss del clan dei Casalesi, Vargas ha parlato in qualita’ di collaboratore di giustizia e ha spiegato che “Nicola Schiavone fece una lista con dei nomi di persone che bisognava uccidere e tra queste c’erano Pietro Falcone, Salvatore Orabona, Raffaele Di Tella, Salvatore Amato, Papa e Buonanno. Si dovevano uccidere perche’ erano considerati dei traditori e anche perche’ bisognava colpire Michele Zagaria, il quale non si era interessato dell’omicidio di Antonio Salzillo del marzo 2009 (nipote del boss Antonio Bardellino, ndr.) e come lui anche Antonio Iovine”. Il collaboratore di giustizia conferma dunque che Nicola Schiavone aveva commissionato gli omicidi: “Dobbiamo stringere i tempi, ci disse – spiega – vi do tre giorni di tempo per eliminarli”. “Attirammo Papa, che si era presentato con Minutolo, in una casa di Villa Di Briano – racconta ancora – Francesco Della Corte con la sua calibro 7,65 sparo’ in faccia a Papa che cercava riparo in bagno. Io, invece, con la mia pistola sparai all’addome di Minutolo, lui gridava e diceva che gli bruciava la pancia, allora io sparai altri tre colpi al torace e lui mori'”. Nello stesso giorno i due corpi vennero trasportati nelle campagne di Villa di Briano e seppelliti sotto tre metri di terra con la complicita’ dei fratelli Crescenzo e Salvatore Laiso di Trentola Ducenta. I corpi vennero trovati dagli agenti della squadra mobile di Caserta grazie al segnale gps dell’autovettura di una vittima. Vargas, durante l’udienza che si e’ svolta questa mattina presso la seconda sezione della corte di Assise del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, presidente Giuseppe Provitera, a latere Corinna Forte, ha riposto anche a una domanda sul motivo del suo pentimento posta dall’avvocato difensore di uno degli imputati, Francesco Barbato. “Mi sono pentito perche’ i miei figli erano abituati a vedere presente il loro padre e ho iniziato a collaborare cinque mesi dopo la mia condanna all’ergastolo per il triplice omicidio”.