Stamattina al tribunale di Santa Maria Capua Vetere davanti al giudice Roberto Donatiello sono stati ascoltati tutti i testimoni della parte civile: la titolare di una tabaccheria di Maddaloni che denunciò usura e minacce. I tre hanno di fatto confermato quanto emerso dalle intercettazioni riferendo lo stato d’ansia della vittima dovuto alle intimidazioni subite: bruciare l’auto e rapire le sue figlie pur di vedersi restituire i soldi prestati a strozzo. Sotto accusa Tommaso Giglio e Costanza Orso, titolari di una gioielleria di Maddaloni; Lorenzo Vinciguerra, commerciante; Luigi Marciano e Giuseppe Fedele. La prossima seduta del processo sarà il 9 marzo. La vittima si è difesa dagli avvocati Andrea Balletta e Gianluca Giordano, mentre gli imputati sono assistiti dai legali Santoro, Stroffolino, Michele Ferraro, Corsiero, Gallo e Grasso. I fatti contestati risalgono al 2011 quando la titolare della ricevitoria finì in un circolo vizioso da cui non riusciva ad uscire dati gli alti tassi d’interesse per i prestiti che aveva richiesto. Secondo gli inquirenti l’importo complessivamente ricevuto in prestito dalla donna ammonta a circa 100.000 euro, mentre la somma restituita in soli sei mesi è risultata pari al doppio.