Il termovalorizzatore di Acerra ha prodotto nel 2015 154.000 tonnellate di rifiuti, 118.000 da ceneri e scorie pesanti, 36.000 dall’abbattimento dei fumi. I rifiuti sono stati inviati a impianti di smaltimento in Italia e all’estero, salvo 1.537 tonnellate che sono rimaste nell’impianto napoletano. Lo ha reso noto il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, rispondendo alla Camera a una interrogazione del deputato Cinquestelle Salvatore Micillo, relativa al rapporto Ispra 2016. Nel 2015, ha spiegato il ministro, correggendo dati Ispra incompleti, “l’impianto di termovalorizzazione di Acerra ha prodotto circa 36.000 tonnellate di rifiuti da processi di abbattimento fumi (ceneri leggere), successivamente avviate ad impianti di trattamento per l’inertizzazione finalizzata al successivo recupero/smaltimento, ubicati sia nel territorio nazionale (circa 17.000 tonnellate in provincia di Frosinone, circa 8.500 in provincia di Brescia, circa 3.700 in provincia di Pavia) sia all’estero (circa 5.600 tonnellate in Germania). Sono circa 537 le tonnellate rimaste in giacenza all’impianto di Acerra”. Il termovalorizzatore “ha inoltre prodotto circa 118.000 tonnellate di ceneri e scorie pesanti, inviate ad impianti di recupero di metalli e inerti situati nel nord Italia, fatta eccezione per circa 1.000, che risultano in giacenza presso lo stesso impianto”. Galletti ha aggiunto che “il Ministero dell’Ambiente ha provveduto con il decreto del 10 agosto 2016 all’individuazione della capacità complessiva di trattamento di rifiuti urbani e assimilati degli impianti di incenerimento già in esercizio o autorizzati a livello nazionale. Conseguentemente, il decreto ha individuato il fabbisogno residuo di incenerimento, localizzando le infrastrutture da realizzarsi per macroarea e per Regione, nel rispetto degli obiettivi di raccolta differenziata e di riciclaggio”.

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