L’ex presidente di Cpl Concordia Roberto Casari ha contestato “sin dal suo primo interrogatorio, da lui stesso richiesto ed effettuato prima dell’arresto, la responsabilità su quanto addebitatogli, e in special modo ha escluso che ci fosse da parte sua e della società che ha presieduto per circa 40 anni un sistema corruttivo, ribadendo anche alla luce delle documentazione acquisita dai magistrati che l’aggiudicazione di commesse pubbliche è stata del tutto regolare. Circostanza quest’ultima già in parte riconosciuta dal tribunale del Riesame del capoluogo campano, che ha ritenuto che per i fatti di Ischia non vi sono stati atti contrari ai doveri d’ufficio da parte dei pubblici ufficiali”. Lo scrivono in una nota i difensori di Casari, gli avvocati Massimo Vellani, Luigi Chiappero, Stefania Nubile e Luigi Sena, dopo la notizia dell’esclusione di Cpl dalla ‘white list’. Ciò nondimeno, proseguono i legali “non appena avuta contezza dell’esistenza di altra indagine della Procura di Napoli, relativa a presunti rapporti con organizzazioni camorristiche del territorio campano, pur nella ferma convinzione di non avere responsabilità al riguardo, rendendosi conto della delicatezza dell’accusa, ha deciso di rassegnare le proprie dimissioni al fine di evitare qualsivoglia coinvolgimento della cooperativa in tali vicende e consentirle di continuare nell’esecuzione dei lavori in essere, a tutela degli interessi dei soci e dei dipendenti tutti”. Casari quindi “fermamente proclama la propria innocenza anche rispetto a tali addebiti, e per questo ha richiesto ai Pm di Napoli di essere interrogato per poter spiegare che lui e la Cpl Concordia non hanno mai avuto rapporti collusivi con organizzazioni delinquenziali. Tale richiesta, al momento, è all’attenzione dei magistrati ed il nostro assistito – sostengono i legali – confida di poter dimostrare quanto prima la correttezza del suo operato”.