Avrebbero prodotto falsi attestati di avanzamento lavori per il recupero di un complesso monumentale del 1300, che si trova nel Vesuviano, al fine di ottenere 1,2 milioni di euro di fondi europei: è quanto hanno scoperto i carabinieri di Castello di Cisterna che hanno notificato sei misure cautelari ad altrettanti indagati tra cui figurano tre direttori dei lavori, il sindaco e due dipendenti dell’ufficio tecnico dell’amministrazione comunale di Somma Vesuviana (Napoli). Il primo cittadino, Pasquale Piccolo, si era dimesso pochi giorni fa dall’incarico. I lavori riguardano un edificio religioso costruito a Somma Vesuviana nel 1294 dal re Carlo II D’Angiò. I provvedimenti sono stati emessi dal gip del Tribunale di Nola, su richiesta della locale Procura, per le accuse di falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici. Il progetto di recupero della chiesa e di riqualificazione dell’area circostante il monumento, rientrano nell’ambito del Por Campania: il Comune di Somma Vesuviana aveva anticipato i fondi ma i lavori erano in forte ritardo e per non perdere i finanziamenti è stata presentata, la fine del 2015, una documentazione riguardo il completamento delle opere risultata falsa. Gli indagati sono il sindaco, a cui è stato notificato un divieto di dimora nel Comune di Somma Vesuviana; due architetti e un ingegnere, a cui è stato interdetto, per quattro mesi, l’esercizio della professione e i rispettivi responsabili dell’ufficio tecnico e ragioneria del Comune, sospesi dall’esercizio delle funzioni pubbliche per quattro mesi.

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