Confermato, dalla Cassazione, per la “pericolosità” del soggetto e la sua “propensione alla violenza”, il divieto di assistere alle partite – di ogni tipo, non solo quelle del Napoli o della nazionale – a carico di Fabio Proietti, capo ed organizzatore degli ultrà ‘Teste Matte’ del ‘Napoli’.

Senza successo, infatti, il tifoso ha fatto ricorso alla Suprema Corte contestando la convalida del ‘daspo’ questorile sancita dal gip di Napoli lo scorso luglio. Ad avviso dei supremi giudici – sentenza 11611 depositata oggi – sono “esaurienti” le ragioni che, in forza dei fatti accertati nei confronti di Proietti, rendono necessaria la misura di prevenzione dato che guidava una associazione di ultrà finalizzata alla commissione di “numerosi delitti di danneggiamento, incendio, resistenze a pubblico ufficiale, lesioni, lancio di oggetti contundenti, violazione delle norme sulle competizioni sportive interruzione di pubblico servizio ed altri reati contro la persona, il patrimonio e l’ordine pubblico”. Così per cinque anni, Proietti – che in appello è stato condannato anche per gli incendi dolosi del 2008, commissionati agli ultrà da politici locali contro la riapertura della discarica di Pianura – non potrà assistere alle partite non solo del Napoli e della nazionale maggiore e under 21, ma nemmeno di qualunque altra squadra di serie “A-B Lega prima e seconda divisione, D, Coppa Italia, Europa League, Champions League e tutte le partite amichevoli”, avverte la Cassazione.

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