Uscire di casa mentre si è agli arresti domiciliari anche solo per andare a buttare la spazzatura è evasione. Nel giudicare il ricorso di una donna della provincia di Napoli, la Cassazione ribadisce la linea dura e sottolinea, come nel caso dei ristretti ai domiciliari “ogni allontanamento, ancorché limitato nel tempo e nello spazio” costituisca reato. Secondo quanto viene ricostruito nella sentenza numero 36123 della sesta sezione penale, la donna era stata sorpresa fuori casa dai poliziotti che erano andati a controllarla, anche se in pigiama e pantofole. Nel ricorso l’avvocato dell’imputata aveva sostenuto come dall’abbigliamento dell’imputata fosse evidente che non volesse allontanarsi, ma solo “tutelare il proprio diritti a vivere in un ambiente libero dai rifiuti”. La Cassazione sottolinea invece come la legge a tal proposito sia chiara e non ammetta ignoranza: il divieto di uscire dall’abitazione, salvo autorizzazione, costituisce un divieto “assai semplice” e “di comune cognizione”. Tra l’altro la Corte ricorda come chi si trova ai domiciliari abbia la possibilità di chiedere al giudice la specifica autorizzazione ad allontanarsi dalla propria abitazione per provvedere alle indispensabili esigenze di vita, cosa che in questo caso non era stata fatta.

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