ISCHIA – Circa 300 avvocati dell’associazione forense di Ischia stanno protestando con striscioni e cartelli dalle 7 al porto dell’isola contro la decisione del Governo di sopprimere (tra le 244 previste) la sezione distaccata di Ischia del Tribunale di Napoli. Soppressione che diventerà operativa – spiegano i manifestanti – già dal 14 settembre prossimo. Agli avvocati in toga, alcuni di questi incatenati, si sono affiancati tutti e sei i sindaci dell’isola che hanno contemporaneamente indossato la fascia tricolore.
“Anche noi sindaci, quali rappresentanti dell’intera cittadinanza isolana siamo presenti perché tutti siano sensibilizzati su questo problema”, afferma il sindaco di Lacco Ameno, Carmine Monti. “Perdere il tribunale ad Ischia – prosegue Monti – produrrebbe enormi disagi a tutti e ciò significherebbe tornare ai tempi bui della Repubblica, in quanto il tribunale è presidio di giustizia e liberta”. Il sindaco di Forio, Franco Regine, è intervenuto ai microfoni affermando: “Siamo indignati di come stanno trattando quest’isola che rappresenta un Pil altissimo. Non meritiamo di essere trattati così. Abbiamo problemi seri oltre a questo della giustizia e mi riferisco a quelli dei trasporti marittimi, della sanità e non ultimo quello relativo all’acqua. Siamo stanchi di essere trattati in questo modo e siamo qui ad esprimere lo sdegno dell’intera popolazione isolana”. Singolare la protesta messa in atto dagli avvocati: tutti in fila ai botteghini dell’Alilauro per acquistare i biglietti delle corse delle 8 e delle 8,40. Il risultato è stato che i due aliscafi sono partiti semivuoti perché gli avvocati stessi sono rimasti sull’isola. La protesta ha provocato le ire di numerosi pendolari che non sono riusciti a partire. Per evitare risse e discussioni è intervenuta la Polizia, presente alla manifestazione per garantire l’ordine pubblico. Alla iniziativa é intervenuto anche il presidente dell’Ordine degli avvocati di Napoli e provincia, Francesco Caia che ha affermato: “C’é un Ministro a Roma che vuole che questo mare diventi un ostacolo insormontabile per i cittadini di quest’isola costretti a raggiungere l’entroterra napoletano senza che ci siano le condizioni per farlo. Ministro Severino ascoltaci – ha concluso Caia – perché la nostra battaglia continua”.