NAPOLI – CASERTA – Sono complessivamente 56 le persone assicurate alla giustizia oggi dalla Guardia di Finanza di Caserta e della Squadra Mobile della Questura di Napoli grazie a due diverse operazioni che hanno consentito di sgominare, rispettivamente, una banda di narcotrafficanti attiva in tutta Italia e il clan napoletano Sacco-Bocchetti di Secondigliano.
I provvedimenti sono stati emessi dal gip del Tribunale di Napoli su richiesta della DDA partenopea, che ha coordinato entrambe le indagini. I primi 40 arresti li ha messi a segno la polizia (nove ordinanze sono state notificate in carcere, ndr) nei confronti di altrettanti indagati per associazione mafiosa finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti. Si tratta di elementi ritenuti appartenenti a una cosca napoletana attiva nei quartieri Secondigliano e San Pietro a Patierno, nata da una scissione dal clan Licciardi. In manette anche Vincenzo Esposito, 57 anni, soprannominato ”’o Porsche”, zio di Biagio Esposito del clan Amato-Pagano e suocero di Fabio Magnetti, esponente di vertice dei cosiddetti ”Girati”, protagonisti della faida contro gli Scissionisti, bloccato lo scorso mese di giugno. Tra gli arrestati anche sei donne che si occupavano di gestire le attivita’ di spaccio e la contabilita’ del clan: il ruolo di vertice era ricoperto da Concetta Caso, di 31 anni, moglie di Costanzo Apice, gia’ in carcere per associazione camorristica e per una condanna in primo grado relativa l’omicidio di Mariano Bacio Terracino, le cui immagini riprese da un sistema di videosorveglianza fecero il giro del mondo. Sequestrati anche beni mobili e immobili, tra cui conti correnti bancari e libretti di deposito. I finanzieri di Caserta, invece, hanno messo fine alle attivita’ illecite di una banda di narcotrafficanti con ramificazioni da Sud a Nord Italia. Arrestate 16 persone e sequestrati beni mobili e immobili per diverse centinaia di migliaia di euro, tra cui una concessionaria d’auto di Calvizzano (Napoli), dove si tenevano i summit. La banda – guidata da Antonio e Carmine Grasso, e da Giovanni Triola, per gli investigatori direttamente collegati al clan napoletano degli scissionisti di Scampia – organizzava la compravendita delle sostanze stupefacenti, cocaina e hashish, sia in piccole che in grandi quantita’, in alcune zone di Napoli, e nei comuni di Casoria e Casavatore. La droga veniva usata per rifornire gli associati alla banda residenti nell’hinterland partenopeo, a Brescia e a Palermo. I trafficanti usavano un linguaggio convenzionale per concordare approvvigionamenti e cessioni. I pusher, inoltre, per evitare la frequentazione delle piazze di spaccio e ridurre i rischi di identificazione, vendevano cocaina e hashish nelle loro abitazioni. Un gruppo, in particolare, si occupava del trasferimento di ingenti quantitativi di hashish verso le piazze di spaccio palermitane. Le riunioni si tenevano nel porto di Napoli e in alcuni bar del quartiere Brancaccio di Palermo. I carabinieri, infine, hanno messo fine alla latitanza di un boss del clan Mallardo, Giuliano Amicone, detto “giulianello ‘o sicc'”, di 51 anni, ricercato da circa un anno per associazione mafiosa ed estorsioni. Lo hanno bloccato a Giugliano in Campania (Napoli), a casa di una donna di 38 anni, arrestata per favoreggiamento.