E alla fine Alfredo Romeo é riuscito a ottenere gli arresti domiciliari. Ma l’imprenditore accusato di corruzione nell’inchiesta Consip dovrà aspettare a Regina Coeli che si trovi un braccialetto elettronico – la misura di controllo disposta dal Gip -, come capitato di recente anche all’attore Domenico Diele. Romeo é in carcere a Roma dal primo marzo con l’accusa di aver corrotto l’allora dirigente della centrale acquisti della pubblica amministrazione Marco Gasparri – anch’egli indagato per corruzione – per avere informazioni riservate su un bando di gara miliardario. La procura di Roma ha chiesto a maggio per i due il giudizio immediato, saltando l’udienza preliminare, ritenendo di avere elementi per portarli a processo. L’udienza è fissata al 19 ottobre. Romeo, secondo l’accusa basata anche sulla confessione di Gasparri, avrebbe pagato a quest’ultimo 100 mila euro per il suo interessamento agli appalti delle società di servizi dell’imprenditore, considerato una figura chiave dagli investigatori. Il Gip Gaspare Sturzo ha però ritenuto affievolite le esigenze della custodia cautelare. Si tratta della prima tranche dell’inchiesta sugli appalti Consip. Al centro del fascicolo è la gara FM4, di ‘facility management’, ovvero servizi per la Pubblica amministrazione, del valore di 2,7 miliardi, bandita dalla centrale acquisti nel 2014 e suddivisa in 18 lotti, alcuni dei quali puntava ad aggiudicarsi Romeo. L’imprenditore prese parte alla gara per il lotto da 143 milioni per l’affidamento di servizi in una serie di palazzi istituzionali a Roma, che andavano dalla pulizia alla manutenzione degli uffici. La novità dei domiciliari a Romeo – che aveva già fatto ricorso tramite i suoi avvocati in questi mesi per venire scarcerato – arriva nella settimana nella quale é previsto l’interrogatorio da parte dei pm della Capitale del collega Henry John Woodcock. Il sostituto procuratore di Napoli – autore della prima, lunga fase dell’inchiesta Consip, poi passata in gran parte a Roma – è indagato per rivelazione di segreto d’ufficio per la fuga di notizie che ha caratterizzato la vicenda giudiziaria. Uno sviluppo clamoroso che ha già portato i pm romani a sentire anche Federica Sciarelli, giornalista e conduttrice del programma tv di RaiTre ‘Chi l’ha visto’, anche lei indagata. Di Woodcock si sta occupando anche il Consiglio superiore della magistratura (Csm), l’organo di autogoverno dei giudici. Il lavoro della prima commissione competente sui trasferimenti d’ufficio per incompatibilità ambientale e funzionale è ancora in una fase preistruttoria. La scorsa settimana il Comitato di presidenza aveva inoltrato alla commissione gli atti trasmessi dalla Procura di Roma sull’inchiesta per rivelazione di segreto d’ufficio nei confronti di Woodcock. I documenti si aggiungono a quelli già agli atti della Commissione sulle comunicazioni da parte dei titolari dell’inchiesta napoletana Woodcock e Celestina Carrano, che avevano indagato una collega a Milano.