Le confidenze raccolte negli anni scorsi in carcere da un ex boss della camorra, Giacomo Cavalcanti. E l’inchiesta di un giornalista, Roberto Paolo, del quotidiano Roma, confluita in un libro appena dato alle stampe: ”Il caso non è chiuso: la verità sull’omicidio Siani”. E in realtà il caso dell’uccisione del giornalista Giancarlo Siani, avvenuta a Napoli il 23 settembre 1985, è stato ufficialmente riaperto. La procura della Repubblica, che aveva avviato negli anni scorsi una indagine sulla base dell’inchiesta giornalistica, sta vagliando fatti e circostanze che, se confermate, potrebbero offrire una nuova verità, che andrebbe ad aggiungersi o addirittura ribaltare la sentenza con la quale la Cassazione mise la parola fine alla vicenda giudiziaria, con la condanna di esponenti dei clan Nuvoletta e Gionta. Un lavoro delicato quello che i pm della Dda di Napoli, Henry John Woodcock e Enrica Parascandalo, stanno conducendo nel massimo riserbo. Vani i tentativi, dopo la pubblicazione del libro e di articoli di stampa sui nuovi elementi, di ottenere dagli inquirenti informazioni sullo stato dell’inchiesta. Secondo le uniche indiscrezioni trapelate, per apprendere eventuali novità in un senso o nell’altro occorrerà attendere al massimo un paio di mesi. A palazzo di Giustizia si limitano a confermare che è in corso una attività investigativa.


 

 

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