”Se Iovine è stato assolto, significa che doveva essere assolto. Tutelerò la mia onorabilità in tutte le sedi”. Lo afferma Pietro Lignola, presidente di Corte d’Assise d’appello oggi in pensione, in un’intervista a Repubblica. Se Iovine sostiene di aver dato soldi all’avvocato Santonastaso per pilotare due processi celebrati davanti alla Corte da lui presieduta ”andrebbe chiesto a Santonastaso”, sottolinea. ”Io non so nulla – prosegue -. E ricordo che la Corte d’Assise d’appello non è l’ultimo grado di giudizio. Se nelle sentenze vi fossero stati errori o vizi di legittimità, sarebbe intervenuta la Cassazione”. ”Conosco l’avvocato Cola, come tutti a Palazzo di Giustizia. Ma è una sciocchezza pensare che questo possa aver influito sulle decisioni della Corte da me presieduta”. Intervistato dal Mattino Lignola invita i suoi colleghi ”in attività a Roma a disporre ampie e approfondite indagini patrimoniali” sul suo conto. ”Verificheranno da soli tutte le origini dei miei guadagni – precisa -. Non ho nulla da temere”. Al Corriere del Mezzogiorno dice che non si sente ”sereno” ma ”incazzato”. ”L’Italia – spiega – è il Paese degli errori giudiziari. Prima ti sbattono in galera, poi ti scarcerano, dopo anni magari ti assolvono e nel frattempo sei rovinato. In questo Paese un giudice per vivere tranquillo dovrebbe condannare sempre”