Il capoclan del quartiere Vomero Luigi Cimmino è stato assolto oggi dalle accuse di corruzione e induzione alla falsificazione di una perizia fonica, relative al presunto tentativo di evitare una condanna al suo affiliato Vincenzo Tammaro e ad Aniello Bidognetti, figlio del boss del clan dei casalesi Francesco.

La sentenza è stata emessa al termine del processo con rito abbreviato dal gup Alessandra Ferrigno, che ha recepito le argomentazioni difensive degli avvocati Giovanni Esposito Fariello e Guido De Maio. Il pm Antonello Ardituro aveva chiesto la condanna a cinque anni. La vicenda si riferisce al duplice omicidio di Giuseppe Consiglio ed Enrico Ruffano, assassinati il 28 aprile del 1999 in via Orsolona ai Guantai, sulla collina dei Camaldoli. Secondo l’ipotesi accusatoria, il delitto venne commesso dai Casalesi per fare un “favore” a Cimmino, all’epoca in contrasto col clan cui le vittime appartenevano.

Per questa vicenda Aniello Bidognetti e Vincenzo Tammaro finirono sotto processo, ma furono assolti grazie ad una perizia fonica che li scagionava: il docente universitario catanese Alberto Fichera, nominato come perito fonico, sostenne che le voci captate in una intercettazione ambientale non fossero quelle di Bidognetti e Tammaro; la sua valutazione determinò l’assoluzione dei due imputati, poi divenuta definitiva.

Secondo l’accusa, tuttavia, Bidognetti e Tammaro erano effettivamente responsabili dell’agguato. Per la vicenda sono imputati anche Alberto Fichera e l’avvocato Michele Santonastaso, ritenuto legato al clan dei casalesi, che hanno scelto il rito ordinario; il dibattimento è in corso davanti alla I sezione del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere.

 

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