La Procura della Repubblica di Napoli ha aperto un’inchiesta per un grave falso editoriale compiuto ai danni dello scrittore Vittorio Paliotti. Le indagini, affidate ai carabinieri dal Sostituto procuratore Milena Cortigiano, sono state promosse da da una denuncia redatta dall’avvocato Salvatore Maria Sergio al quale Paliotti si e’ rivolto nello scoprire, lui che non si era mai occupato di arte, la propria firma sotto una sconcertante prefazione a un volume intitolato “La pittura della nostalgia”. Autore di trentuno libri di narrativa, saggistica e teatro, Paliotti si e’ ritrovato imbonitore di qualita’ artistiche di sessanta pittori che il suo difensore, penalista laureato anche all’Accademia delle Belle Arti, definisce “dilettanti o mediocri professionisti”. Il libro-truffa contiene molte illustrazioni a colori raffiguranti “opere” definite dal falso Paliotti “tele che sembrano piu’ reali della realta’, ma in cui ciascuno ha potuto infondere, di questa realta’, la propria visione e la propria interpretazione”. Si tratta di frasi che Paliotti non si sarebbe mai sognato di scrivere, neppure quando, non ancora ventenne, era emigrato a Milano come aveva fatto vent’anni prima il suo maestro Giuseppe Marotta. Nel libro-truffa il falso Paliottifa dire al vero Paliotti che le tele illustrate sono richieste e “spasmodicamente attese in ogni continente, pensate: in questo stesso momento, mentre voi leggete, vi sono oltre sessanta pittori che dipingono Napoli. E in questo momento stesso, mentre leggete da ogni parte del mondo chiedono immagini e volti di Napoli“. La scoperta del falso e’ avvenuta attraverso un noto sito telematico, nel quale, cliccando “Paliotti”, appariva il titolo “La pittura della nostalgia” e la riproduzione della copertina soprastante la scritta : “autore: Vittorio Paliotti”. Seguiva l’indicazione di una libreria di Bari presso la quale era possibile acquistare la pubblicazione fuori commercio. Diversi i reati ipotizzati nella denuncia. Il piu’ evidente appare la “sostituzione di persona” (chiunque al fine di procurare a se’ un vantaggio induce taluno in errore sostituendo illegittimamente la propria all’altrui persona e’ punito con la reclusione fino a un anno”), reato perseguibile di ufficio.

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