Ecco poche regole, facili da ricordare, che possono evitare che le tanto attese vacanze non si trasformino nell’occasione propizia per i topi d’appartamento e gli specialisti dei furti nelle attività commerciali, che proprio nel periodo estivo si scatenano a caccia di obiettivi facili. Dare poche informazioni sugli spostamenti anche sui social, evitare di fare entrare sconosciuti, fare in modo che la casa sia protetta e sembri sempre abitata e, soprattutto, mantenere buoni rapporti di vicinato. Per i negozi, invece, la tecnologia è essenziale: sistemi di sicurezza attiva e passiva, per sbarrare l’accesso ai ladri e allertare in tempo reale le forze dell’ordine. Le statistiche parlano chiaro: i dati ufficiali, riportati in una indagine condotta da Confcommercio-Eurisko, parlano di 255.834 abitazioni svaligiate nel 2014, contro le 149.395 del 2009: 700 al giorno, 29 ogni ora, praticamente una ogni due minuti. Un aumento considerevole, di oltre il 100% se rapportato col dato del 1989, quando i furti in abitazione denunciati erano 120.250. Meglio non va per le attività: come spiega ancora Confcommercio, in Italia il 15% dei commercianti hanno dovuto fare i con i criminali, dato che schizza oltre il 30% se il campione viene ristretto a Napoli e Provincia. E’ necessario che anche il cittadino si autotuteli con sistemi di sicurezza ad hoc, molti dei quali disponibili a prezzi accessibili. Innanzitutto, le blindature: prima di colpire, i ladri sono soliti studiare l’obiettivo e talvolta gli infissi rinforzati o una buona serratura bastano a farli desistere. Considerate da molti esperti ormai superate le varie tipologie di chiave usate negli anni scorsi, tra cui quelle diffusissime a doppia mappa, il consiglio è di virare su quelle a “cilindro europeo”, capaci di resistere al tentativo di scassinatura con la “chiave bulgara”, uno strumento con cui i ladri riescono a sollevare i pistoncini e ad aprire la serratura senza effrazione evidente. Per sventare i furti, ma i costi lievitano sensibilmente, l’ideale sarebbe un sistema d’allarme con sensori perimetrali o volumetrici, che si attivano con gli spostamenti o col cambiamento di volume dell’ambiente e che spesso possono essere collegati, gratuitamente, con le centrali operative delle forze dell’ordine; è una soluzione adeguata anche alle attività commerciali, che spesso la affiancano all’uso di un sistema di videosorveglianza, che registri però su server non presenti nell’attività, che in parte sopperiscono all’insufficienza di telecamere pubbliche, queste ultime secondo i dati di Confcommercio in grado di coprire soltanto il 25% del territorio cittadino.