Reiterate violazioni di principi costituzionalmente garantiti, come quello della inviolabilità della libertà personale, del giusto processo, della sua ragionevole durata e della rieducazione della pena. E’ la denuncia della Camera penale in un documento, firmato dal presidente Attilio Belloni e dal segretario Guido Picciotto, intitolato ”Lo stato della giustizia penale. Bilancio di un anno passato inutilmente” e diffuso nell’imminenza dell’apertura dell’anno giudiziario. Gli avvocati parlano di ”uso distorto e eccessivo delle misure cautelari personali, che da extrema ratio sono diventate forme di anticipazione della pena”. E ricordano che ”nell’anno 2014 sono state presentate alla corte di Appello di Napoli 308 istanze di indennizzo per ingiusta detenzione”, in parte accolte con la liquidazione di una somma superiore ai quattro milioni di euro. ”E’ ormai evidente – scrivono i penalisti – che la partita si gioca nella fase cautelare a discapito della inviolabilità della libertà personale e della centralità del dibattimento che costituisce il luogo naturale, se non esclusivo, dove l’avvocato ha la concreta possibilità di esercitare efficacemente la difesa del suo assistito”. Per quanto riguarda i processi di criminalità organizzata, la Camera Penale, in essi si applica ”un sottosistema processuale di norme in contrasto con i principi costituzionali”. ”In nome di esigenza di difesa sociale – affermano gli avvocati – l’imputato non riceve un’effettiva e adeguata tutela”. Nel documento si denuncia ”la tendenza ormai inarrestabile di estendere ad altri reati il sottosistema di norme incostituzionali con il rischio che la mortificazione della funzione difensiva diventi la regola di tutti i processi”.